Con Makhoul abbiamo passato tre giorni in Armenia con le tre comunità riunite per il campo estivo: nuova e ricca esperienza! Il campo era sotto le tende, circondato da una natura gradevole. Devo confessare che la situazione logistica non era semplice, soprattutto perché ha piovuto… Tuttavia vedere l’entusiasmo degli amici, tutti gli sforzi adoprati con amore e coraggio, i visi sorridenti di tutti i nostri fratelli disabili e vedere la motivazione dei genitori soprattutto delle mamme sempre pronte per ogni genere di aiuto, non poteva che procurare molta gioia!
Un< evento ci ha molto colpiti: la celebrazione di un battesimo mentre noi eravamo presenti. Due persone sono state battezzate e Makhoul è stato il padrino di Emanuele. Momenti di condivisione, di preghiera, giochi, pasti, serate… indimenticabili!
Di fatto, lo notiamo sempre di più, la barriera delle lingue sparisce quando trionfa il linguaggio dell’amore.
Altri tre giorni in Iran sono bastati per incontrare le comunità esistenti e tessere legami particolari e molto profondi con tutti i membri. Il primo giorno abbiamo incontrato l’équipe di coordinamento che ci ha esposto quello che fanno mostrandoci il loro archivio! Un archivio notevole, con dettagli, foto, svolgimenti, presenze…come se noi avessimo presenziato alle loro riunioni.
Il giorno dopo, un incontro con tutti gli amici ci ha permesso di parlare della qualità del nostro impegno, della presenza dei genitori, della nostra provincia, del nostro prossimo pellegrinaggio… Ciliegia sulla torta è stato il pic-nic del terzo giorno con tutta la comunità. Dopo aver celebrato la messa, in assiro naturalmente, ci siamo diretti col bus al luogo del pic-nic. Abbiamo passato una giornata piacevole piena di giochi animati da Makhoul e abbiamo assistito ad un incontro con i genitori per ascoltarli e incoraggiarli a impegnarsi più a fondo nella comunità. Tutto sommato, dieci ore di bus per andare da Teheran a Ourmieh, otto ore di attesa all’aeroporto per il ritorno erano nulla davanti alla felicità di incontrare dei membri della nostra grande famiglia, della nostra provincia, di Fede e Luce.
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Questo incontro è stato importante anche sul piano ecumenico. Vivere con le comunità cristiane apostoliche (la Chiesa di Armenia) e con una comunità cristiana assiria ci ha permesso di capire la dimensione ecumenica di Fede e Luce, soprattutto quando si tratta di vedere un rito che raggruppa una minoranza che si prodiga a tutti i livelli per non perdere le sua tradizione ricca e la lingua (diventata lingua morta sul piano internazionale).
Che il Signore sia benedetto per la diversità e la ricchezza del suo popolo!
Questa visita inoltre ci ha dato la possibilità di vedere il vissuto quotidiano delle comunità nei due paesi membri della nostra provincia, di conoscerli, di amarli, di condividere il loro vissuto. Tutti ugualmente erano toccati dalla nostra visita che ha loro permesso di conoscere la dimensione internazionale della loro appartenenza.
Che cosa resta ora, dopo tre mesi da quella visita? Molto amore nei cuori e una forte motivazione per il nostro prossimo pellegrinaggio l’anno venturo.
Carla Waked, coordinatrice di provincia, 2012
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.117