Abbiamo condiviso molto, abbiamo ascoltato numerose storie molto tristi, perché la maggior parte dei partecipanti ha sofferto direttamente di rapimenti di bambini, torture, minacce e assassini.
Numerose famiglie vivono nella paura, molti di quelli che non possono partire si sentono abbandonati, soli, delusi, perché non vedono un lume di speranza per l’avvenire. Per quanto riguarda le comunità “Amore e Gioia”, è un po’ la stessa cosa; ogni settimana perdono degli amici, le comunità si indeboliscono.
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Le Chiese sono molto ferite, ci sono molti martiri: vescovi, preti, laici… Molte chiese a Mossoul hanno chiuso, i cristiani sono sempre meno numerosi…Eppure alcuni, dalla fede molto solida, vogliono restare nel loro paese a qualsiasi costo! Ma, malgrado ciò abbiamo sentito la gioia di sentirci sostenuti gli uni dagli altri, nel momento di condivisione a piccoli gruppi. Ci sono stati anche dei momenti molto gioiosi in cui abbiamo riso, cantato, applaudito, ballato, preparato i pasti; e tempi per pregare e celebrare l’Eucarestia.
Sono stati nominati nuovi vescovi: la loro fede è solida e incoraggiano ciascuno a restare, a essere testimoni del Dio incarnato e pieno d’amore. Molti giovani preti accompagnano le famiglie e i giovani.
Ci sono attualmente 27 comunità che si ritrovano il più spesso possibile per vivere l’amicizia con le persone disabili, per imparare da loro a perdonare, a liberare i cuori dall’odio.
I partecipanti sono stati molto attivi, con una grande qualità di ascolto, di apertura, di presenza, di accoglienza, di gioia, partecipando attivamente a tutte le attività del programma. Imad, il coordinatore di “Amore e Gioia” a nome di tutti, ha espresso la sua gratitudine, i suoi ringraziamenti e ha detto come la presenza di Fede e Luce accanto a loro fosse apprezzata.
In che modo tutte queste emozioni possono essere legate insieme, tessute insieme? E’ la vita… Morte e risurrezione.
Mirna Hayek, 2012
vice coordinatrice internazionale
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.117