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La comunicazione facilitata non ha ottenuto all’interno della comunità scientifica e professionale, un giudizio unanime rispetto alla sua validità.
L'articolo che segue è stato scritto diversi anni fa e va letto tenendo conto degli anni trascorsi.

- La Redazione

Cosa significa, cosa è cambiato da quando Francesca ha iniziato a comunicare con il computer, con la macchina da scrivere elettrica ed anche con un piccolo comunicatore portatile che le permette di partecipare quando sta fuori casa?

Quella mattina di gennaio un anno fa, quando Francesca ha iniziato a comunicare con la terapista mediante la comunicazione facilitata, e ha scritto il suo nome, siamo rimasti molto sconcertati, sinceramente increduli.

Poi ho pensato che questi ragazzi hanno pure il diritto di essere rispettati, bisogna dar loro ogni possibilità, trovare un canale d’accesso, una chiave per poter comunicare con loro.
Ebbene, forse quella mattina abbiamo trovato una chiave di accesso, si è aperta una finestra, un portone che fa sì che Francesca fa ora parte, non solo affettiva, ma anche attiva della sua vita, della nostra vita, del mondo degli amici e del mondo intero. (Applauso da parte di Francesca).

Abbiamo sempre creduto che Francesca ci capisse anche se comunicava solo attraverso pochi gesti, quelli necessari per la sua sopravvivenza. Tutti dicevano: Francesca parla con gli occhi, nonostante i suoi problemi, capisce. Ma fino a che punto?

Oggi Francesca parla, cioè scrive dei suoi problemi, parla delle sue difficoltà ad essere compresa, dice che ha tanta paura delle crisi epilettiche; delle volte scrive: «incredibile che con tanta difficoltà affronto i problemi della vita e poche persone mi credono — non c’è mai tempo».

Per fortuna che Francesca con Fede e Luce ha trovato degli amici. Cosa vuol dire amico? «Una persona che mi accetta con i miei problemi».
Può esprimere i suoi pensieri: « Voglio sapere per capire … faccio fatica ma sono fortunata che tu insisti … grazie, è difficile dire quello che sento dopo tanti anni di silenzio parlare dei miei problemi».
Un giorno ho chiesto a Francesca se voleva fare la prima Comunione; «si, vorrei sapere di Gesù e della storia della religione andiamo a parlare con don Andrea».

Cristina Colaizzi, 1998

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.63, 1998

Sommario

Editoriale

Sapersi meravigliare di M. Bertolini

Il melograno

Roberto trova un'altra casa di L. Cusimano
Ora può riposare di M. I. Sarti
Roberto, chi sei? di M. Cusimano
Giorno di festa al Melograno di N. Schulthes

Altri articoli

Impossibile tacere
Isolamento infranto di A.M. Vexiau
Sinceramente increduli di C. Colaizzi
Catechesi facilitata di Don A. Lonardo
I nostri grandi amici: Maria Teresa di B. Morgand e N. Herrenschmidt
Congresso mondiale dei movimenti ecclesiastici 1998a cura di D. Mitolo

Libri

Hikari – «Una famiglia», O. Kenzabuto

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce

Comunicazione Facilitata – Sinceramente increduli ultima modifica: 1998-09-28T13:36:40+00:00 da Redazione

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