Un padre. Una figlia. Un rapporto lucido e intenso. Un breve libro da leggere e da rileggere, da tenere vicino. Un padre che osserva la figlia scoprendola giorno dopo giorno e che impara per mezzo di lei ciò che è veramente l’amore.
E attraverso il racconto della sua vita con Olga, attraverso esempi e riflessioni, dubbi e proposte, il lettore è trascinato a sentire come lui, ad amare come lui. Con il suo semplice e sistere Olga sembra prendere per mano anche noi, come fa con suo padre, per condurci a un ribaltamento di quei valori che avvelenano la nostra vita e per proporcene concretamente le alternative: la bontà, la mitezza, il senso dell’umo rismo, l’amore per la pace e il disgusto per la violenza, la pazienza e la solidarietà. Ognuna delle lettere approfondisce uno di questi temi e altri, e trabocca di gratitudine. Poi anche la gratitudine tace di fronte al rispetto dovuto al mistero. «E così, Olga, ti voglio bene per quello che so di te e per ciò che mi dai, ma anche per ciò che hai di misterioso, questo intimo recesso dei tuoi pensieri e dei tuoi sentimenti che nella tua “deficienza” non è accessibile alla mia “scienza”. E amo questa incapacità di conoscerti completamente, perché mi dimostra che non sei un sottoprodotto della natura catalogabile senza ombra di dubbio, ma un essere pienamente umano. L’essere umano si caratterizza appunto per la sua complessità, una complessità che non si può imprigionare in nessun codice o banca dati». Gratitudine e rispetto inducono in tal modo il lettore a considerazioni più generali su ciò che è dovuto a chi gli è vicino — o più lontano — comunque egli sia. È il riconoscimento dell’altro, del tu, ricco della sua unicità, responsabile e protagonista della sua vita.
Così l’autore si rivolge alla figlia: «Tu non lo sai, ma ogni volta che ti avvicini e dici “sono io” non solo ti collochi esattamente al tuo posto, ma fai sì che io riconosca il mio, — sono il tuo tu, — e ancora di più: collochi al loro posto tutte le cose di questo mondo».

Natalia Livi, 1990

Natalia Livi
Nata a Roma, è insegnante. Collabora con Ombre e Luci dal 1989 al 2003.

Il tuo nome è Olga – Lettere a mia figlia handicappata ultima modifica: 1990-12-27T07:21:50+00:00 da Natalia Livi

Ogni mese inviamo una newsletter

Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.

Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.

Ti sei iscritto. Grazie e a presto... anzi alla prossima newsletter ;) Se ti va, quando la ricevi, facci sapere che ne pensi. Ci farebbe molto piacere.