Difficile comprendere e accettare il mistero della morte: ogni volta che sperimentiamo la perdita di una persona cara, un terremoto ridefinisce i contorni e gli scopi della nostra stessa vita mettendoci in contatto con le nostre fragilità più profonde. Mai scontata, l’elaborazione di quella perdita passa per alcune fasi, mutevoli per ciascuno in intensità e durata; fasi che, dalla negazione all’accettazione, insieme a tanti passaggi intermedi, vengono condizionate dalla possibilità di poter esprimere parole ed emozioni su quella perdita. Ancora più complicato, poi, quando quella morte è dovuta ad un evento inatteso o, peggio ancora, voluto…

Il dolore che ne deriva, qualunque sia il motivo della morte, non fa però distinzioni intellettive o di abilità e non deve essere sottovalutato neanche se le possibilità cognitive di comprensione ed espressione sono compromesse: non solo quelle difficoltà non riducono l’impatto dell’evento ma neanche permettono di verbalizzare il doloroso disagio sicuramente vissuto. Disagio che comunque può scegliere strade tortuose o sfuggenti, tanto più intenso quanto più non riconosciuto. Non è scontato che i familiari, per quanto volenterosi, siano in grado di accompagnare da soli l’elaborazione del lutto soprattutto perché anch’essi frastornati e scossi. Oltre a quella di un professionista, se e quando necessario, non è mai secondaria la presenza di una comunità che raccolga quel dolore e consoli per il possibile, ricordando coloro che ci hanno lasciato: una comunità di amici che, in virtù del tempo trascorso insieme, sappia far spazio alle istanze di ognuno ma anche stringersi intorno alla persona. Un senso di comunità che non ci stanchiamo di sostenere e raccontare nelle nostre pagine e che, nel labirinto di emozioni in cui un lutto può precipitare e nel quale si rischia di perdersi e annullarsi, rimane quel filo che può ricondurre, lentamente, ad una vita possibile perché tanto preziosa.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 158, 2021

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Perché? ultima modifica: 2022-07-14T10:37:18+00:00 da Cristina Tersigni

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