«Il mondo della disabilità». Così si intitola la parte terza del nuovo volume, il sesto, dell’opera omnia di Carlo Maria Martini, uscito con Bompiani. È la conferma non solo della profondità e ricchezza del pensiero del cardinale italiano, ma della sua intelligente e amorevole vicinanza alle persone fragili.

«Ciascuno dipende dagli altri più prossimi, che sono: madre, padre, fratelli, educatori, amici. Ma al di là di questi rapporti, e sullo sfondo di essi, sta la comunità, la società umana, legata da molteplici vincoli», scriveva Martini nel 1980, nella certezza che per «dare a ciascuno una voce» fosse necessaria la rete della comunità. Non è la disabilità a inchiodare il singolo, ma l’isolamento e l’abbandono.

Martini affronta molti aspetti. Prende atto del tanto che è stato fatto – «Si sta configurando un nuovo rapporto dell’handicappato con la società: egli non è più ‘oggetto’ di leggi, di programmi, di interventi, di discorsi, ma diventa “soggetto”, interlocutore responsabile, protagonista del suo inserimento sociale» – ma non tralascia problemi e vuoti ancora presenti.

Nelle sue pagine troviamo così la mancata accoglienza da parte della Chiesa («Purtroppo si verificano ancora incresciosi episodi di ottusità spirituale»), dove sarebbe invece auspicabile una vera, autentica partecipazione alla vita della parrocchia, alla liturgia e all’animazione del tempo libero. Martini scrive dell’inclusione scolastica che rischia di restare lettera morta, facendo così perdere un’occasione preziosa non solo agli studenti con disabilità, ma a tutti coloro che frequentano le aule scolastiche («L’handicappato a scuola con gli altri ragazzi, lungi dal frenare il cammino scolastico, come alcuni temono, può in realtà essere una feconda possibilità di crescita umana e di sensibilizzazione a valori di uguaglianza e di solidarietà»). Denuncia la mancanza di preparazione di chi, professionalmente, si occupa di disabilità, perché la buona volontà è importante, ma non basta («Bisogna che il servizio prestato sia qualificato a livello tecnico-professionale e sia interiormente animato dallo stile inconfondibile della carità»); affronta la questione dell’occupazione, vedendo nel lavoro «un’autentica possibilità di crescita umana», e non unicamente una «possibilità di guadagno e di produzione materiale». Scrive della necessità di tracciare una differenza tra disabilità fisica e disabilità psichica.

Soprattutto Martini ha chiarissimo che le persone con disabilità e i loro familiari vogliono essere ascoltati, vogliono concretezza, rispetto e azioni. «Ci sono silenzi dolorosi e acute sofferenze che aprono interrogativi e richieste (…). Tutta la comunità è chiamata a vivere il duplice ritmo di azione e di riflessione, di presenza efficace e insieme di programmazione seria a livello culturale, sociale, civile e politico. L’uno e l’altro di questi due momenti del processo sono indispensabili: fare e pensare, amare e riflettere, donare e programmare. (…) I disabili e le loro famiglie devono avvertire la nostra vicinanza non solo con parole di conforto, ma in quella concretezza quotidiana del fare e del pensare, dell’azione efficace e della riflessione intelligente».

Del resto, questo sesto volume dell’opera omnia di Martini (la cui pubblicazione è stata avviata nel 2015), ha un titolo difficile da dimenticare. Farsi prossimo.

Farsi prossimo

Farsi Prossimo

Autore: Carlo Maria Martini
Editore: Bompiani
Pubblicato: Pagine: 960
Prezzo: 25€
ISBN: 9788845299612

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Se Martini aveva detto (quasi) tutto ultima modifica: 2022-01-27T11:13:04+00:00 da Giulia Galeotti

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