Sono Arianna, faccio parte della Comunità di Fatima a Milano. Sono una ragazza tetraplegica, qualcuno si chiederà, cosa vuol dire?
Lo spiego in poche parole, non posso fare nulla senza l’aiuto di una persona, in questo caso della mia famiglia oppure degli amici, in particolare di Fede e Luce, durante gli incontri.

Ma voglio raccontarvi una storia che mi riguarda personalmente ed ha come protagonista una parte del corpo che, solitamente, serve a respirare, sentire gli odori e che dà molto fastidio quando si ha il raffreddore ma serve anche a ben altro.

Avete capito bene, sto parlando del naso, un naso che, come quello di Pinocchio, ha una storia molto speciale.
Il suo si allungava, il mio… è touch! Avete capito bene TOUCH!!!!

Una sera, io e i miei genitori, eravamo tornati dal mare, mia madre doveva sistemare la cucina, io, invece, volevo leggere i messaggi su WhatsApp con urgenza, perché aspettare? Ma come potevo? Con le mani non era possibile, visto che non posso usarle. Gli occhi? Nemmeno, ci vuole un puntatore. La lingua? Mmmm è umida, ecco ho trovato: con il naso! Così ho provato, e ci sono riuscita.

Mia madre, quando si è accorta che facevo scorrere le pagine di WhatsApp con la punta del naso, pensava di non aver visto bene; ha chiamato mio padre per averne la certezza. Erano entrambi senza parole.

Era solo un tentativo che stavo facendo, a quanto pare ben riuscito, visto l’ottimo risultato, da allora non mi sono più fermata, ora grazie alla mia tenacia e voglia di essere indipendente, almeno in questo, riesco a fare tutto ciò che voglio e desidero.

Quando le persone mi chiedono come abbia fatto a scrivere con il naso, non so dare una risposta, perché non lo so nemmeno io, è stata una cosa che mi è venuta naturale. Certo, come tutte le cose nuove ho avuto delle difficoltà, ma le ho superate brillantemente grazie alla mia voglia di fare.

Questo mio modo di scrivere da sola, mi ha anche dato la possibilità di “recuperare” alcune amicizie che con gli anni avevo perso, dato che non potevo essere libera di scrivere quello che volevo, non solo, ma anche di fare nuove esperienze.

La mia storia ha interessato una docente dell’Università che frequento, la quale mi ha consigliato di aprire un blog e di fare un video per far vedere il mio modo di scrivere con il naso.

Un giorno mio papà, per scherzo mi ha detto: visto che il tuo naso ti dà la possibilità di essere “libera” dovresti dargli un nome…

Detto fatto, mi sono messa al lavoro, ho “lanciato” un sondaggio su uno dei tanti miei gruppi di WhatsApp e tra i tanti nomi possibili è stato scelto appunto libertà, perché mi rende libera di esprimere i miei pensieri senza l’aiuto di nessuno.

Arianna Giuliano, 2018

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.144, 2018

Copertina_OeL_144_2018

Libertà ultima modifica: 2018-11-03T10:45:34+00:00 da Arianna Giuliano

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