La domanda

Ho registrato questa lettera con un audio, prima che tornasse mia mamma perché non voglio che senta queste mie preoccupazioni…
Quando hai 28 anni come me, ti poni la domanda: ogni volta che mia mamma non sta bene, penso a che ne sarà di me… Ora sto con lei, domani con chi starò? che farò?
Perché, nonostante tutto, seppure io provi ad uscire e a farmi degli amici, all’inizio va tutto bene, a gonfie vele, tutti dolci, poi, quando ho più bisogno di loro e li contatto, ho risposte vaghe.
Questi social, secondo me ci hanno un po’ “rovinati” tutti quanti, non c’è più il contatto fisico e chi ci va a rimettere siamo noi ragazzi con disabilità.
Ma non è neanche questo il vero problema: da quando ho finito le scuole mi sono resa conto che finché sono stata bambina pensavo solo alla voglia di finirle, che ci sarebbe stato qualcosa fuori per me… però poi con il passare degli anni ho capito che dalla fine della scuola non ho più niente. Prima davo tutto per scontato, adesso un po’ di meno… perché crescendo sento il bisogno di uscire anche per conto mio. Quando mia mamma ha bisogno di stare un po’ da sola e riposarsi, mi domando che posso fare… Così vengono i dubbi, viene l’ansia perché comunque non so da dove cominciare.
La mia giornata inizia la mattina presto: porto giù il cane e risalgo a casa, mangio, mi lavo e mi vesto. In casa aiuto per tutto. Per uscire però ho bisogno di aiuto. Dove sto io è una zona isolata anche con i mezzi pubblici. Da sola non posso andare a fare le commissioni, che sono anche un motivo per uscire: la strada è pericolosa da attraversare, i marciapiedi sono rotti, non hanno gli scivoli… così sono costretta a dipendere sempre dagli altri. A me questa cosa, a 28 anni, pesa un sacco. Non perché non voglio uscire con mia mamma – ma a volte anche lei sta male- ma perché al futuro ci penso. Allora, nei momenti di preghiera come quello vissuto qualche tempo fa in comunità, rifletto su tutto. Durante le giornate normali a casa cerco di fare tutto il possibile per non pensare a questi problemi: faccio di qua e di là. Non riesco a pregare- nel quotidiano mi viene difficile- quindi aspetto anima anima la domenica oppure gli incontri con Fede e Luce anche per vedere un po’ di gente.
Mia mamma molto spesso si pone la domanda sul mio futuro (e quello di mia sorella gemella e cieca), però, quando sta da sola con me, cerco di farle deviare il discorso. Ma la realtà è un’altra cosa. La domanda è non solo che faremo, quando non ci saranno più i nostri genitori e chi ci sta vicino, ma anche cosa possiamo fare noi per loro.
Per quanto riguarda i ragazzi che hanno la mia età e hanno il mio problema di stare su una sedia rotelle… be’, io vi dico non molliamo! non molliamo perché noi siamo la forza dei nostri genitori.
Per quanto riguarda le persone che ci stanno vicino, ditegli sempre un grazie immenso: forse loro più di noi sanno cosa vuol dire starci vicino anche quando siamo arrabbiati o nervosi e non ce ne accorgiamo.

Antonietta Pantone
“La mia vita in sedia a rotelle” è la sua pagina Facebook


Un pensiero felice

È da un po’ che manco, eppure io vi sento presenti, perché ho capito che gli animi belli e le emozioni vere non ci lasciano mai. È stato un distacco doloroso, a tratti dovuto, egoistico, sofferto, liberatorio.
Ma non voglio parlare di me, piuttosto, del potere di amici speciali come quelli che ho incontrato a Fede e Luce, che arriva oltre l’immaginabile.
Con la lontananza, di solito, si perde la limpidezza dei ricordi, le emozioni lasciano spazio al razionale, ed i vissuti diventano echi lontani.
Con loro, non è così, più ci si allontana, più ti bussano al cuore e sono inaspettatamente e dolcemente presenti. Sì, presenti. Puoi fare di tutto: partire, tornare, tessere relazioni, avere una vita più o meno appagante ma loro ci sono. Sempre. Silenziosamente. Senza far rumore. Sono lì. Nei tuoi pensieri. Nel tuo cuore. Nei tuoi occhi. Nelle tue orecchie.
Fanno parte di te, ti accompagnano. È un’emozione che rimane viva, si alimenta di bellezza, di nostalgia che ti abbraccia e non ti fa mai sentir sola.
Nelle giornate più nere, quando vorresti chiuderti in una campana di vetro, con i pensieri che ti tormentano, accade che il telefono, in modalità silenziosa, vibra, vibra, vibra e non si arrende. Allora rispondi, ascolti quella voce amica, pura, che non vuole altro che darti amore e così la fronte da ingrugnata si distende e a te non rimane altro che fare l’occhiolino alla vita. I ragazzi, veri ed unici amici di questo universo così popolato. Con loro tutto è possibile, tutto è concesso, tutto si colora, tutto si trasforma.
Rimanere presente, costantemente, nella vita di un essere umano è impresa difficile. Richiede costanza, impegno, attenzione, volontà. Loro mi hanno insegnato (io metterei Con persone come Marina ho imparato che…) che tutto questo è possibile e soprattutto estremamente semplice. Gli ingredienti necessari sono l’amore che non muta in rancore, se te ne vai per un po’, l’immortalità di un vissuto profondo, vero, concreto e la gioia di poterti vedere anche per una cena fugace, consapevoli che il tempo è tiranno e chissà quando potremo riabbracciarci di nuovo. Ma non importa, perché come dice Marina: “L’importante è che domani hai un pensiero felice per me”.
A noi basta questo. A me basta avere nella mia vita persone così. In modi e forme diverse ma una cosa è certa: senza di loro non sarei quella che sono.
Poco tempo fa, una giovane donna, ha scoperto che nel suo pancione c’è una deliziosa bimba, affetta dalla sindrome di Down. I suoi occhi erano persi ed il suo cuore disperato. Io l’ho abbracciata e le ho sussurrato queste parole: “Penserai sicuramente che sono una pazza ma credimi- Sarà un’esperienza magica, certo, umanamente impegnativa ma incredibile.”
Ai ragazzi, del mio cuore, dedico queste due righe e gli mando un pensiero felice, ogni mattina, mentre ringrazio il cielo di questa fortuna ricevuta.

Maria Sole


Nuove responsabili di comunità

Ripercorrendo gli anni che ho trascorso in Fede e Luce ho capito tante cose: sono entrata a far parte di questo meraviglioso gruppo nel febbraio 1988, all’epoca ero ancora chiusa nel mio ambiente, nel mio mondo.
Grazie a questo gruppo nel mio dentro ho cominciato a cambiare, a crescere, a simpatizzare con molte persone. Ho fatto tante amicizie.
Ogni mese una festa e tanta gioia con compleanni e feste, e anche equipe organizzative nel nostro oratorio; intanto cominciavo a crescere, a sbocciare e la comunità di Gratosoglio cresceva anche lei e frequentandola mi sentivo realizzata, ero e sono felice soddisfatta di me.
Ormai facevo parte di questo meraviglioso gruppo al 100%, poi con la gita a Venegono, dove andiamo tutti gli anni a giugno per la festa di fine anno, ho fatto altre conoscenze, fino ad incontrare Ombretta e Claudio infine Teresa che sono diventati i 3 responsabili uscenti: dobbiamo ringraziare Ombretta e Claudio perché hanno dato vita al nostro gruppo, hanno dato anche una svolta nella mia vita; meravigliosi nel coinvolgere tutti — sia genitori che ragazzi che amici — e io non potevo lasciarmi da parte: volevo emergere anche io e volevo aiutarli per far sapere loro che c’ ero.
Ora la famiglia Spinelli è al completo perché hanno 2 bimbe Dalila e Maia per loro era al secondo mandato e hanno ceduto la responsabilità ad altre persone; anche Teresa e Alfonso tra un po’ gioiranno che in agosto nascerà la loro bimba.
Domenica 6 maggio: il discernimento è fra 4 persone, Elvira, Teresa, Cristina e Nora; il mese scorso abbiamo piantato dei semi in una pianta che Teresa e Alfonso hanno curato fino a quella domenica quando l’abbiamo vista cresciuta con i suoi frutti.
Io mi ritrovo in quella pianta che un po’ alla volta cresceva, io mi sento un seme diventato frutto fino a diventare responsabile insieme a Cristina Viganò: esatto io e Cristina siamo le nuove responsabili della comunità Santa Maria Madre della Chiesa, di Gratosoglio. Io devo molto alla mia Comunità perché ho scoperto di avere un Tesoro sulla terra, la mia ricchezza siete voi amici miei, io farò di tutto per meritarmi tutto ciò che voi confidate in me. È una bella esperienza che mi permette di conoscere tanti argomenti e tanti amici. Si è realizzato il mio sogno. Sono pronta, sono carica.
Grazie a tutti gli amici che ci hanno aiutato supportato nel cammino nella preparazione per giungere all’elezione .
Per questi 3 anni di esperienza e responsabilità grazie di vero cuore amici miei, vi voglio un mondo di bene, la vostra amica Nora, sempre e a disposizione.

Nora Bucchieri

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.142, 2018

Copertina OL 142, 2018

Dialogo aperto n.142 ultima modifica: 2018-06-30T07:31:28+00:00 da Redazione

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