Quello che non ho mai detto e L’isola di noi, benché siano due libri ben diversi tra loro, hanno una particolarità che li accomuna, esprimono infatti, attraverso la parola scritta, i pensieri, i progetti, i punti di vista di un ragazzo autistico non verbale come lui stesso definisce le persone autistiche che non comunicano attraverso la parola. Nel primo libro Federico De Rosa, ci racconta come dopo anni di prigione, in adolescenza scopre il computer che diventa così la sua via di comunicazione verso l’esterno. Racconta la sua storia, ci parla della sua famiglia delle sue esperienze, dell’autismo visto da dentro e ci permette così di sentire la sua solitudine, la sua sofferenza per non riuscire a parlare… ma anche la sua “normalità” di persona autistica.

Anche nel libro l’Isola di noi” in cui l’autore immagina una visita turistica presso il paese dell’autismo, egli ci descrive un mondo ideale per le persone autistiche. Delle persone normotipiche, accompagnate da una guida silente, viaggiano in questa isola popolata solo da persone autistiche e si immergono in tal modo in una società dove scuola, ospedali, divertimenti, fede… sono a misura di persona autistica, dove il silenzio è un valore essenziale, ma il rispetto delle diversità e l’inclusione sono obiettivi primari della società stessa.

Nell’accostarsi alla lettura di questo autore, si resta increduli e meravigliati non solo per i contenuti che espone, ma anche per la chiarezza e la proprietà di linguaggio.

Rita Massi, 2018

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.140

“Quello che non ho mai detto” e “L’isola di noi” – Recensione di due libri di Federico de Rosa ultima modifica: 2017-12-21T09:15:33+00:00 da Rita Massi

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