Il libro di Luca Russo è un vero trattato di teologia, esposto attraverso le riflessioni di un “padre” che assieme alla sua sposa ed alle figlie nate dal loro matrimonio, accoglie quei “figli”, scartati dalla vita. La loro famiglia (che fa parte della Comunità Giovanni XXXIII fondata da don Benzi) è formata da bambini e adulti non più soltanto affidatari o pazienti in rianimazione, ma figli, non soltanto uomini e donne provati dalla vita o problemi, ma fratelli, sorelle in grado di dare amore e di suscitare amore negli altri.

L’autore mette in risalto il vero valore di queste vite, ci fa vedere i loro volti, ci fa sentire la loro debolezza e la esalta perché è vera forza. La loro vita preziosa é immagine di Cristo sulla croce e il nostro compito è quello di stare con loro, essere vicini per restituire dignità attraverso la forza di una vera famiglia che dia loro la possibilità di riconoscersi belli, deboli, ma belli. Le esistenze più affrante chiedono consolazione, ed ogni gesto consolatorio che noi facciamo è Dio stesso a compierlo. “Tanto sono preziose le membra più deboli dell’umanità al cospetto di Dio che egli le abita nella pienezza”

E ogni qual volta si pensa di poter decidere e scegliere tra la vita e la morte per una persona sofferente, altro non si fa che l ‘eutanasia di Dio. Il libro scritto con un linguaggio poetico e complesso richiede una lettura lenta e attenta; non tutto è pienamente e facilmente condivisibile, tuttavia offre validi e significativi spunti di riflessione che potrebbero essere proposti in gruppi di preghiera o di formazione.

Rita Massi, 2017

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.137

L’eutanasia di Dio – Recensione ultima modifica: 2017-03-16T09:02:14+00:00 da Rita Massi

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