Cresciuta a Miami negli anni Cinquanta ed ora professoressa in una università della California, Elyn Saks si è laureata in legge, specializzata in filosofia e psicologia, è membro della Società Psicoanalitica di Los Angeles (e i suoi titoli e premi non finiscono qui), felicemente sposata, sopravvissuta ad un aneurisma e due cancri ma, soprattutto, affetta da una grave schizofrenia che ha rivelato al mondo nel 2007 con questo libro… come non appassionarsi alla lettura di questa autobiografia?

L’autrice racconta la malattia mentale da cui è affetta in modo estremamente “lucido e positivo”, per usare le parole del celebre neurologo e psicologo Oliver Sacks. Senza particolari drammi familiari, la schizofrenia si insinua come una “nebbia” nella sua adolescenza senza essere riconosciuta; al college, prima la mancata cura di sè poi gli attacchi deliranti, portano la giovane Elyn ad alcuni ricoveri coatti, le relative cinghie e trattamenti forzosi… il percorso è lungo e passa attraverso la difficilissima accettazione del trattamento farmacologico e della diagnosi così potenzialmente infausta e invalidante, le preziose e decisive amicizie, la mente comunque davvero brillante, la relazione vitale con i suoi terapeuti… Calzante il giudizio di un suo amico che ben la conosce: una donna davvero fortunata nella sfortuna.

Il libro sfata molti pregiudizi, il principale dei quali quello dei malati di mente certamente violenti con gli altri, purtroppo gli unici ad arrivare alle cronache. Traduzione purtroppo non sempre impeccabile, a partire dal titolo.

Cristina Tersigni, 2013

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.124

Un castello di sabbia – Storia della mia vita e della mia schizofrenia – Recensione ultima modifica: 2013-12-14T12:15:00+00:00 da Cristina Tersigni

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