Il libro è un devoto ringraziamento al lavoro della dottoressa Silvia Maffei, neuropsichiatra infantile, da parte di una mamma, Lucina, che con lei è divenuta capace di vedere oltre il deficit della figlia Marta. Un vissuto rispetto al quale, da madre, invita ad ammettere la difficoltà di accettazione: “non ho mai incontrato una donna felice di avere un figlio diverso…”.

Da questa indispensabile ammissione e grazie ad una sensibile e non comune presa in carico familiare da parte di Silvia, Lucina ha imparato che Marta, nonostante una grave disabilità sensoriale e psichica, potesse “esistere, crescere, cambiare”; ha potuto immaginare anche per lei una vita realmente adulta e ha cominciato con il marito Mariano a compiere i passi necessari affinché questo progetto di vita si realizzasse per lei ed altri come lei (vedi articolo a p.16 su Associazione Vedere Oltre). Silvia di questo era fermamente convinta.

Un libro piccolo, denso, sofferto – ma affidato – per la prematura scomparsa di Silvia, che attraversa molti temi e fa emergere molte questioni importanti per chi vive un’esperienza simile o per chi voglia farsi prossimo ad essa; realizzato perché, proprio come chiedeva Silvia, occcorre “lasciare una traccia e segnare il cammino, altrimenti tutto sarà dimenticato e i nostri sforzi vanificati”.

Cristina Tersigni, 2016

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.136

Vedere oltre. Finestre su una storia – Recensione ultima modifica: 2016-12-16T09:00:14+00:00 da Cristina Tersigni

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