Purtroppo…

Purtroppo sono anni un po’ duri per tutti, le tredicesime se ne vanno per pagare assicurazioni varie, bollette ecc. La rivista Ombre e Luci quando ho tempo la leggo sempre volentieri e se posso la faccio anche girare. Ho letto con piacere gli articoli su Mariangela Bertolini, ne conservo un caro ricordo, anche per tutto l’interesse che ha avuto per il gruppo di incontro di Abano S. Lorenzo, che però non è approdato a niente. Oggi tutti siamo molto impegnati e ognuno di noi ha un problema a casa: genitori anziani da accudire, figli disabili o nipoti da seguire, quando non è lui stesso ammalato e bisognoso di cure, come sta succedendo a me in questo periodo. A Natale ho fatto fatica ad organizzare un incontro di Fede e Luce qui ad Abano, adesso qualcuno non vuole più pregare, per qualcuno è diventata una moda definirsi laico.
Vi saluto cordialmente.

Paola Spadati


Cara Mamma…

Cara Mamma,
avrei tanto voluto scriverti ancora una lettera: sarà questa l’ultima. La scrivo ora per ricordarti. Sei stata una persona profonda, colta ma umile, discreta, aperta, generosa, gentile e affabile con tutti, ricca di ironia e molto piacevole nella conversazione. Inoltre sapevi scrivere molto bene. Memorabili i tuoi quadernetti di viaggio.
Avrei voluto ringraziarti ancora per tutto quello che sei stata per me, per ciascuna di noi, tue figlie, e non solo per questo, ma anche per come hai vissuto con coerenza e per quanto ci hai trasmesso: il coraggio, la fede; l’amore per la vita, per la verità, il bene, il bello; l’amore per lo studio; il buon senso, la modestia. Tutto questo ci ha profondamente segnato.

La tua vita è stata una vita per gli altri: una vita donata. Nella tua famiglia sei stata educata a preoccuparti del bene altrui, infatti, fin da piccola cresciuta, con la mamma inferma, con l’aiuto di tuo papà, il nonno, sei stata attenta ai bisogni di quelli più in difficoltà. Da questo nostro nonno, che non abbiamo conosciuto, un vero idealista, socialista della prima ora, hai ricevuto una grande lezione di amore e di rispetto per la vita, di accoglienza delle differenze e un forte senso per la giustizia. Era bello ascoltare i ricordi della tua infanzia, sulla tua famiglia.

Hai studiato con passione fino a laurearti alla Cattolica, per poi indirizzarti all’insegnamento. Non erano molte le donne che allora andavano all’università. Ma una volta sposata e divenuta madre ti sei dedicata totalmente alla famiglia, a noi. Di fatto eri il perno della casa. Hai scelto di lasciare l’insegnamento, pur soffrendo a volte nel tuo ruolo di massaia affaccendata, che per altro hai svolto con grande dedizione e cura, vicina a ciascuna di noi. Sei stata una mamma d’oro.

Adesso lassù siete in tanti, della nostra famiglia siete già in tre: la piccola Mercede, morta a pochi mesi dalla nascita, papà e tu. Quando ero piccola mi ricordo che dicevo che essendo arrivata per ultima dovevo recuperare, rispetto alle altre sorelle, il tempo e il tuo affetto, senza rendermi conto che, proprio perché più piccola di tutte, godevo, come capita sempre ai piccoli, di tutte le attenzioni in abbondanza. Così penso ora alla piccola Mercede, pronta a venirti incontro con il papà, piena di gioia nel riabbracciarti.

Per voi, la sua morte improvvisa è stata un grande dolore da cui, con molta fatica, ti sei ripresa. Poi sono arrivate Lia, Anna, Maria ed io. La vita ti ha riservato tante prove, ma anche tante sorprese. Con il papà vi siete impegnati a fondo perché Maria potesse vivere, crescere e guadagnare in autonomia, quando ancora gli aiuti nei confronti delle persone diversamente abili, erano ben pochi; qui la vostra fede, l’amore e il coraggio hanno vinto.

Ripenso ai parenti, da bambina, essendo figlia unica, avevi tanti cugini con cui giocavi volentieri; alle amiche della tua infanzia e dell’università, i cui legami sono durati una vita; alla comunità parrocchiale, frequentata da te e da papà assiduamente, che ci avete insegnato ad amare; al gruppo familiare di amici extra-parrocchiale, che qualche volta facevano tappa anche a casa nostra; agli amici di Fede e Luce così importanti sul fronte della solidarietà e ai molti conoscenti: in tanti ti hanno voluto bene e ti hanno stimato.

Sapevi consigliare gli altri con semplicità, distinguere con vera saggezza ciò che è prezioso da ciò che non lo è; sapevi farti vicina al prossimo senza darti importanza.
Unica del nostro parentado hai toccato i 100 anni. E questa è stata una festa per tutti, che io ho vissuto restando in monastero, ma unita a te, nella gioia e nella preghiera. Sei stata proprio tu a scegliere una frase di S. Agostino, un santo che hai tanto studiato e molto amato, e sul quale hai tenuto delle lezioni all’Azione Cattolica parrocchiale. Parla di te. Dice: “Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente”

A me ricorda che un vero maestro è una persona che rimane aperta, sempre in cammino, perché consapevole che quello che ha imparato, nella vita e dalla vita, è poco rispetto a ciò che può ancora imparare e trasmettere agli altri fino all’ultimo giorno.
Così è stato per te, vera maestra di vita. Grazie, Mamma! Rendo grazie a Dio per te e per Papà, insieme a tutti coloro che vi hanno conosciuto ed amato!
Dal profondo del cuore

Suor Maria Chiara, la più piccola! Pralormo, 21 luglio 2016


Cari amici…

Cari amici,
ho vissuto delle emozioni incredibili in un fine settimana che cercherò di raccontare. La prima, il sabato: ci siamo recate presso la Storta, diocesi di Porto-Santa Rufina, ad un incontro di formazione per catechisti…ho aiutato la mia carissima famiglia di Fede e Luce nel far capire l’importanza di tendere la mano alle persone con disabilità, che non è sbagliato, anzi. Da noi ragazzi con una disabilità è ben accetto più un gesto fatto con il cuore. Ad esempio nel darmi l’occasione di farmi conoscere per quella che sono dentro e non fuori.

E io per questo dico mille volte grazie Gesù per queste persone che per noi e le nostre famiglie sono come degli angeli caduti dal cielo.

La domenica c’è stato un incontro molto particolare, perché a Santa Silvia sono venuti quattro miei cari amici della parrocchia dei Santi Cirillo e Metodio. I loro nomi sono Marco, Alessandra, Arman ed Eleonora e per me, portare loro, è stato un’emozione incredibile. Stare una giornata con loro e fargli vedere un’altra parte di me come persona ma allo stesso modo vedere loro interessati a Fede e Luce è stata per me una doppia emozione perché ho capito che mettersi in gioco non è sbagliato se ti fa crescere la fiducia in te stessa.

È la cosa più bella è stata vedere vedere loro che erano molto interessati a capire come è nata Fede e Luce, come lo sono stata con loro nel capire come è nato il gruppo Giovani nella parrocchia dei Santi Cirillo e Metodio. Anche per questo ringrazio Fede e Luce!

Antonietta Pantone

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.137

Dialogo aperto n.137 ultima modifica: 2017-03-16T09:45:14+00:00 da Redazione

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