La recente legge della Sanità (francese – ndr) prevede nuove misure per agevolare l’interruzione di gravidanza eliminando, per quelle donne che lo desiderano, la settimana di riflessione prima di procedere all’aborto.

Per ciò che concerne l’aborto terapeutico, la legge votata nel 1975 (in Francia) si è poco evoluta rispetto alla prima emanazione. Il contenuto, poco conosciuto, ha tuttavia di che scuotere le nostre coscienze. Prevede infatti che il bambino che si presume handicappato potrà essere soppresso durante tutta la durata della gravidanza. Con il progresso delle tecniche di indagine e la loro generalizzazione, oggi il 95% dei bambini trisomici vengono abortiti. Ciò fece esclamare Didier Sicard, quando era presidente del comitato consultivo nazionale di bioetica: “Siamo davanti ad una terrificante prospettiva, quella del loro sterminio”.Per molti ciò che è legale è morale. L’aborto dei bambini handicappati è presentato come un atto di compassione verso il bambino ed il suo ambiente familiare.

Le coscienze sono anestetizzate. Se l’eutanasia è ancora vietata, l’infanticidio, sotto questa forma è ben presente.

Anche se i contesti sono diversi, mi viene in mente il nome di Monsignor von Galen, vescovo di Muster. Ho saputo della sua esistenza quando è stato beatificato da Benedetto XVI, nell’ottobre del 2005, ed ero a Roma per il Sinodo sull’Eucarestia. La sua storia mi ha sconvolto. Al suo tempo (1878 – 1946) era temuto da Hitler perché era uno dei capi più coraggiosi della resistenza germanica al nazional-socialismo. Non sto ora a riferire delle sue tante battaglie contro tutte le crescenti persecuzioni che riguardavano la Chiesa e la società, mi limito alla sua eroica difesa delle persone più minacciate: le persone con disabilità psichica e mentale.

Il piano segreto consisteva nell’eliminare tutte le persone “indegne di vivere perché membri improduttivi della comunità nazionale”. Mons. von Galen non parlava il politichese. Nel 1946 riguardando al passato, dirà: “Il buon Dio mi ha dato una posizione che mi obbliga a chiamare nero ciò che è nero e bianco ciò che è bianco”. Durante l’estate del 1941, durante tre omelie pronunciate nella sua Cattedrale, ammetteva: “Sono improduttivi, se volete” ma poi ricordava il codice penale e il quinto comandamento di Dio, “non uccidere”. “Dio ha impresso questo comandamento nella coscienza dell’uomo dall’antichità, ancor prima che diventasse un reato penale.”

Omelie clandestine

Il vescovo, lontano dall’essere un incosciente o un temerario, era consapevole delle conseguenze delle sue parole e si fece preparare una valigetta con gli effetti personali più necessari nel caso in cui la Gestapo fosse venuta ad arrestarlo. Le sue tre omelie si diffusero clandestinamente e lo resero famoso in tutta la Germania e nel mondo. L’aviazione inglese sparse su Berlino 150.000 foglietti con il testo. Hitler era esasperato: “Bisogna catturalo immediatamente!” Ma Goebbels, suo ministro per la propaganda lo dissuase. “Ogni rappresaglia contro questo vescovo rischia di provocare una rivolta di massa dei cattolici tedeschi e della Westfallia in particolare”.

Riesaminando questo terrificante periodo, ho tra le mani l’indagine portata avanti, per 32 anni, da Gotz Aly in un libro intitolato “ Gli anormali”. Nel libro viene reso pubblico il mostruoso programma e mostra la lenta messa in atto, in seno ad una società evoluta, di un normale eugenismo. Ai suoi più stretti collaboratori Hitler non nascondeva gli aspetti finanziari della sua demoniaca impresa, destinata a preservare la purezza della gioventù ariana, geneticamente sana.

Anestesia da propaganda

Per misurare le eventuali ripercussioni e opposizioni, Hitler aveva fatto inviare un questionario a tutte le famiglie censite:”Consentireste un sollievo indolore della vita di vostro figlio, qualora degli esperti constatassero che è irrimediabilmente idiota?”
I risultati stupirono le autorità: la grande maggioranza dei genitori accettò il principio. Le coscienze erano già annichilite dalla propaganda.
Nell’omelia della beatificazione di Mons. von Galen, è detto che viviamo “in un’epoca, apparentemente, meno minacciosa, ma altrettanto problematica riguardo al rispetto della vita umana”.

Non abbiamo forse condotto anche in Francia, degli studi costi/benefici per sapere se sia economicamente più vantaggioso sopprimere un bambino handicappato alla nascita piuttosto che farsene carico per tutta la vita?
Mons. von Galen meriterebbe di essere scelto come patrono di coloro che si impegnano a difendere la vita, a proclamare che ognuno è unico al mondo, che la sua vita è sacra e inviolabile e benché possa essere limitata, ha sempre una missione insostituibile da compiere, nella sua fragilità fa appello alla parte migliore di noi. Per i cristiani ogni persona è stata creata ad immagine e somiglianza di Dio. Nella sua magnifica esortazione apostolica, “Amoris laetitia” papa Francesco ci ricorda “Ogni bambino è nel cuore di Dio da sempre e nel momento in cui è concepito si realizza l’eterno sogno del Creatore”.

Maie-Hélène Mathieu, O.&L.n.211/2016

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.135

Monsignor von Galen l’eroismo di una coscienza ultima modifica: 2016-09-16T11:45:14+00:00 da Marie Hélène Mathieu

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