La vita di Brigitte è composta da tre fasi molto diverse una dall’altra. La prima nel suo paese natale il Congo, è fatta di studi, impegno lavorativo importante, famiglia, quattro figli, benessere economico
La seconda è la caduta, la perdita; una caduta fatta di prigione, torture, abusi di ogni genere, fino al suo fortuito e provvidenziale arrivo a Roma e dai marciapiedi della stazione Termini …prende il via la sua rinascita, lenta, graduale, dolorosa che inizia da un biglietto con un indirizzo che le viene dato da un frate: Via degli Astalli 14/A.

La Mazzucco raccoglie direttamente dalla voce della protagonista il racconto della sua vicenda umana; le due donne si incontrano, pian piano iniziano a fidarsi una dell’altra e attraverso questo rapporto umano noi riusciamo a leggere non solo nella vita di Brigitte, ma anche in quella di tanti rifugiati, in quella degli operatori che quotidianamente si impegnano nel percorso di “rinascita” di tante persone che arrivano dall’estero e sbarcano in una città che sa essere inospitale e accogliente insieme, che offre strumenti e mezzi spesso inadeguati, ma con risorse incredibili per umanità e professionalità.

Entrare nella vita di Brigitte e nel mondo dei rifugiati, non deve far temere di entrare solo in contatto con la sofferenza dura, Io sono con te ci introduce in un mondo di speranza di rapporti umani forti, di fede. La fede di Brigitte non è rassegnazione, ma fiducia in Dio e negli esseri umani, è tenacia, voglia di ricominciare, voglia di riacquistare la propria dignità.

Rita Massi, 206

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.136

Io sono con te – Recensione ultima modifica: 2016-12-16T09:00:14+00:00 da Rita Massi

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