Che significato ha un Giubileo? Perché ancora oggi la chiesa propone momenti di questo genere? Perché papa Francesco ha voluto un “Giubileo della Misericordia”?

Al di là delle motivazioni storiche e teologiche credo che la ragione ultima stia nel fatto che non dobbiamo dimenticarci che il cuore del vangelo è la misericordia, che è fondamentale per tutti noi scoprirci amati così come siamo e perdonati per le nostre fragilità e le nostre mancanze.

Quello che abbiamo vissuto a Roma nel mese di giugno è stato davvero questo, l’occasione che papa Francesco ha voluto perché il messaggio e l’esperienza della misericordia fosse possibile per tutti. Un messaggio che è passato attraverso segni e gesti molto concreti che hanno toccato un po’ tutti noi e che sentiamo di poter custodire nel cuore.

Abbiamo camminato verso la basilica di san Pietro con la croce in mano che ci indicava la strada; siamo passati attraverso la porta santa, come tanti altri pellegrini e con tanti altri pellegrini, per sentirci accolti e attesi dal Padre, attraverso il cammino percorso.

Abbiamo pregato e cantato insieme con la possibilità di ricevere il perdono del Signore, anche attraverso la confessione, occasione davvero speciale per sentirci accolti con il nostro peccato e sperimentare la misericordia di Dio.

Abbiamo condiviso la gioia di una festa con tanti amici, attraverso uno spettacolo di balli, canzoni, giochi di prestigio e testimonianze tutti davvero molto belli, perché misericordia è anche questo, la possibilità di condividere la gioia per moltiplicarla.

Abbiamo vissuto la Messa della domenica celebrata da papa Francesco con migliaia di pellegrini, con la grande emozione di vedere il mimo del vangelo, come facciamo sempre a Fede e Luce, proposto a tutti coloro che erano in piazza San Pietro quel giorno e, attraverso la televisione, ai pellegrini del mondo intero.

Al termine della Messa papa Francesco ha voluto anche salutare tutti coloro che erano presenti e che hanno potuto avvicinarlo. Anche qui ci sono stati gesti molto semplici: un abbraccio bellissimo di Angelo, Antonino che ha messo il nostro foulard giallo al collo del papa, le parole e gli sguardi scambiati che sono stati, più di mille parole, il segno più bello e più vero della misericordia.

E ora, tutto finisce qui, con i nostri ricordi e le fotografie per quanto belle? Credo proprio di no! La misericordia è un dono da custodire e da vivere ogni giorno, la misericordia è uno stile da imparare, la misericordia è il compito che Fede e Luce in modo speciale ha da condividere con tutti.

La “misericordia della vita quotidiana” è quello che ci rimane di questo Giubileo e che sentiamo appartiene da sempre al DNA di Fede e Luce.

don Marco Bove, Assistente ecclesiastico nazionale

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.135

Il Giubileo di Fede e Luce ultima modifica: 2016-09-16T12:15:14+00:00 da Redazione

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