La nostra comunità Edelweiss di Messina ha già vissuto due feste, ad entrambe sono arrivati dei giovani, inaspettati. All’ultimo incontro abbiamo accolto un gruppetto di giovani che stanno facendo qui l’Erasmus provenienti da diverse parti del mondo e che si sono sentiti coinvolti e integrati, tanto che uno di loro, dell’Algeria, ha un fratello down, che viene ogni mese con la famiglia a trovarlo, e ci ha chiesto se può invitarlo la prossima volta.

Mentre al primo incontro un’amica della comunità ha portato due sue amiche di cui una, Jessica, ha scritto una bellissima testimonianza di quanto ha vissuto e che vi riporto:

“Capita che io mi chieda “perché noi stupidi esseri umani tendiamo a complicare sempre tutto?” Ad esempio la tanta ricercata felicità, ci siamo convinti che sia una meta irraggiungibile o quasi, ci siamo convinti che sia un lusso riservato per pochi. Ebbene, oggi mi hanno insegnato che non è affatto così, me lo hanno insegnato delle persone che comunemente chiamiamo “disabili” ma che io trovo più appropriato chiamare Super Eroi, e si proprio così, sono Super Eroi perché ti salvano, ti salvano dalla freddezza, dalla superficialità, dall’egoismo, dalla tristezza.

Sono Super Eroi perché ti insegnano ad amare

Sono Super Eroi perché ti insegnano ad amare. In una mattinata con loro, mi è bastato osservarli, uno per uno, sorriso per sorriso, ho osservato Carmelo un vecchietto che con il suo sorriso sdentato ma dolcissimo e i suoi occhioni grandi, buoni e traboccanti d’amore mi ha insegnato che dietro ad un semplice sorriso può racchiudersi così tanta felicità da rimanere impresso, e riempire di gioia il cuore e la mente; ho osservato Santina, una ragazza a cui mi sono affezionata subito, ama ballare e farsi i selfie. Adoravo il suo modo di chiedermi “Jessica fammi il video”.

C’è stato un attimo in cui mi ha abbracciata e io mi sono sentita piccola, ma proprio un essere insignificante, piccola quanto la zanzara di cui Santina ama fare il verso. La piccola Santina mi ha insegnato che noi persone “normali” non abbiamo capito nulla sul loro essere se li guardiamo con uno sguardo triste; mi ha insegnato che loro sono dei Super Eroi, perché riescono a ridere a scherzare e a giocare nonostante tutto.

Li ho osservati tutti uno per uno, hanno caratteristiche diverse, Paolo, Umberto, Desirée, Angela e tutti gli altri mi hanno fatto aprire gli occhi, mi hanno insegnato che la felicità è ad un passo e anche meno, da noi.

Per trovarla basterebbe solo osservare tutto con gli occhi del cuore e non, come sempre, essere così superficiali e indifferenti verso gli altri e le loro sofferenze. Ho osservato anche i volontari e i familiari di questi ragazzi, ho pensato che anche loro sono dei Super Eroi, chissà quanta sofferenza e quante lacrime dietro a quei bei sorrisi pieni di bontà.

Osservavo tutto, osservandoli ero io che mi sentivo “disabile”, perché in fin dei conti i “disabili” siamo noi esseri “normali” che passiamo la vita a lamentarci, sparlarci, odiarci, invidiarci, tradirci… I disabili siamo noi che non riusciamo ad amare gratuitamente e incondizionatamente, siamo noi che non riusciamo più a sorridere di cuore e a meravigliarci delle piccole cose come i bambini. E già, loro sono i Super Eroi, e i disabili siamo noi che non abbiamo capito cos’è che davvero rende la nostra vita speciale e degna d’essere vissuta, siamo noi che cerchiamo la felicità dappertutto e in tutto senza trovarla mai, non considerando che la felicità è rinchiusa in un unico termine amore, amore verso il prossimo, verso i più deboli e i meno fortunati, amore per Dio e per la vita che ci ha donato, perché resta il più grande regalo che abbiamo mai ricevuto spetta a noi farne un capolavoro!

Grazie mille Mariagrazia e Andrea per avermi invitato a fare questa esperienza!”

Io questi li chiamo doni di Dio, regali inaspettati che ti ricolmano di gioia e di speranza, che ridanno vitalità e ti dicono: “continua così, sei sulla giusta via”.

Dobbiamo essere fiduciosi che non siamo mai lasciati soli… dobbiamo abbandonarci a Lui, alla Sua volontà…

Carlo Gazzano, 2016

Trent’anni di Cipro

Sono molto contenta di aver partecipato ai festeggiamenti dei trent’anni dalla nascita della comunità di Cipro, anche se mi sarebbe piaciuto visitare altre località, oltre a quella di Larnaka, cittadina dove abbiamo soggiornato e a quella del monastero ortodosso di Kikkos.
Stentavo a credere come tanta gente, proveniente da paesi diversi come il Libano, la Siria, la Grecia, la Francia, l’Italia, potesse comprendersi pur parlando lingue diverse, accomunate non solo dall’appartenenza alle varie comunità di Fede e Luce, ma anche dalla professione dello stesso credo.

Ho percepito l’azione dello Spirito Santo che soffia dove vuole, avendo la capacità di unire e amalgamare le diversità, perché possano concorrere a far parte del corpo di Cristo.

Non accettare questa certezza, significa accantonare la speranza di superare le barriere che spesso dividono tanti popoli, causa non solo di odio ma anche di guerre e distruzione, come per esempio avviene in Siria e in Libano.
Coerenti col messaggio evangelico, dobbiamo sforzarci di accettare chi non ha il nostro stesso punto di vista, ascoltandolo e aiutandolo a scoprire le certezze contenute nel santo vangelo.

La strada è molto difficile da percorrere, ma con l’aiuto dello Spirito Santo che ci guida, anche ciò che sembra impossibile, si potrà un giorno realizzare.

Flavia Castoldi, 2016

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.136

I doni di Dio ultima modifica: 2016-12-16T09:55:14+00:00 da Carlo Gazzano

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