In questa festa per i quarant’anni di Fede e Luce in Italia celebriamo il dono della vita, il dono dell’amicizia e della fratellanza, il dono della fede e dell’unità. Celebriamo il dono dell’unità intorno ai nostri fratelli con handicap mentale, intorno alle loro famiglie e agli amici; ma stiamo celebrando anche il dono dell’unità tra le nostre diverse Chiese cristiane. In altre parole, stiamo celebrando l‘ecumenismo, il cammino che ci porta alla piena comunione di tutti quelli che seguono e credono in Gesù.

Molte comunità di Fede e Luce vivono già in diversi modi lo spirito ecumenico, sentono l’unità che Gesù vuole (Gv. 17, 20-23). Così trasmettono al mondo il dono prezioso dell’unità, e collaborano alla creazione della comunione perfetta tra tutti i credenti che sarà il riflesso della comunione con il Padre e con Gesù (1 Gv. 1, 3-4) mediante lo Spirito Santo.

Jean Vanier ci dice che “tutte le comunità di Fede e Luce sono chiamate a essere ecumeniche, cioè, tutte devono desiderare e lavorare per l’unità di tutti i cristiani. Le divisioni sono uno scandalo e portano dolore alle persone con un deficit. C’è solamente un Padre di tutti, un Salvatore di tutti, uno Spirito che vive in tutti, un battesimo, una sola Parola di Dio, fonte di vita per tutti. Certe comunità appartengono a una confessione particolare, altre sono interconfessionali, ma tutte appartengono all’unica famiglia di Fede e Luce che offre una spiritualità nella quale siamo veramente aperti al regalo che lo Spirito ci fa attraverso il nostro prossimo” (Una spiritualità d’incarnazione, in Per approfondire la spiritualità di Fede e Luce).

San Paolo (Ef. 4, 2-6) ci fa un invito perché viviamo la nostra vocazione in maniera degna, con tutta l’umiltà, la mansuetudine e la pazienza, sopportandoci a vicenda per amore, impegnandoci a conservare l’unità dello spirito con il vincolo della pace. È l’invocazione che ci fa per continuare a cercare l’unità di tutti i cristiani. Perseveriamo, quindi, nel lavorare sempre con un maggiore impegno per arrivare a formare un solo Corpo e un solo Spirito, come una sola è la speranza alla quale siamo stati chiamati. Che, finalmente, tutti siamo uniti nello stesso Signore, in una sola fede, in un solo battesimo, in un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, per tutti e in tutti.

Dice Gesù “siate perfetti come è perfetto il Padre celeste” (Mt. 5, 43-48). Con queste parole Gesù ci invita a essere come Dio Padre che ama senza limiti, senza distinzioni né differenze, che ama oltre ogni muro e frontiera e “che fa brillare il sole su buoni e cattivi, e piovere su ingiusti e giusti”. Vuole dire che la perfezione dell’amore consiste nell’amare tutti, e non si limita ad amare quelli che ci amano, o a salutare chi ci rivolge il saluto ma, abbattendo e superando tutte le barriere, includendo l’amore ai nemici. Amando così è come si contribuisce alla creazione della civiltà dell’amore che tanto aneliamo e che costituisce la meta di tutti i nostri sforzi che, finalmente, ci porterà a vivere in un mondo più unito, più solidale e fraterno.

Con quel modo di amare che caratterizza i discepoli di Gesù, perseveriamo nel lavorare per l’unità partendo da ciò che ci unisce. Papa Francesco ci dice: “Sono tante e così preziose le cose che ci uniscono! E se veramente crediamo nella libera e generosa azione dello Spirito, quante cose possiamo imparare gli uni dagli altri! Non si tratta solamente di ricevere informazioni riguardanti gli altri per conoscerli meglio, ma di accogliere quello che lo Spirito ha seminato in loro come un dono anche per noi” (Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, No. 246).

Continuiamo a celebrare questi quaranta anni di vita di Fede e Luce in Italia con tanto entusiasmo e gioia, e trasmettiamo al mondo quella allegria che viene da “Nostro Signore, Padre pieno di tenerezza, Dio dal quale viene ogni consolazione” (2 Cor. 1, 3). Proclamiamo al mondo l’esultanza che sperimentiamo nel dare testimonianza di unità tra i membri di Fede e Luce appartenenti a diverse Chiese cristiane. Per finire, annunziamo quella letizia che nessuno ci può togliere perché condividiamo la pienezza della gioia di Gesù (Gv. 17, 13), che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

P. Isaac Martinez, M.S.A. Cappellano Internazionale
(traduzione a cura di M.M. Gremminger)

Conoscere Fede e Luce: Semi di unità

Il movimento, sorto nella Chiesa cattolica, riunisce cristiani di diverse confessioni in molti Paesi e chiunque voglia mettersi in cammino. Le comunità ecumeniche testimoniano che la persona debole e disabile può divenire seme di unità non solo nella società e nella Chiesa ma anche tra le Chiese.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.129

Il dono dell’unità ultima modifica: 2015-03-19T10:10:08+00:00 da Padre Isaac Martinez

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