Vecchie amiche

Carissimi,
ho saputo in ritardo che la cara Mariangela se ne è andata. Avevo cominciato a scriverle una lettera scusandomi per il lungo silenzio. Ma sono stata male, piena di acciacchi, sono caduta (87 anni, dichiarata ormai invalida anch’io, oltre alla mia unica figlia convivente, disabile gravissima dalla nascita, che ha compiuto 55 anni a Ferragosto e che sta molto peggio di me…) E allora ho riscritto la lettera a Mariangela.
Eccola.
Carissima Mariangela, ci rivedremo presto perché anche il mio tempo terreno sta concludendosi.
Amica cara dei tempi lontani, forse ricominceremo a parlare dei nostri amati handicappati, realtà tenera e drammatica, te con il tuo sorriso (Ombre e Luci) io sempre arrabbiata contro uno Stato “sordo, cieco e diversamente abile”…
Abbiamo corso per tanti anni verso la stessa meta, lungo strade diverse, ma parallele.
Cara Mariangela, a presto, con tanto affetto, la vecchia amica.

Cecilia


Incontri


La fotografia di Mariangela, stampata sulla copertina dell’ultimo numero di “Ombre e Luci“, è la più appropriata per mostrare chi lei fosse: semplice, spontanea, accogliente, sempre disponibile ad ascoltare e condividere. Il mio primo incontro con lei, è avvenuto in occasione di una della tante riunioni fra gruppi, nell’anno 1984: da poco e con qualche perplessità, con mio marito e nostro figlio, affetto da molteplici gravi disabilità, eravamo entrati a far parte della Comunità di San Francesco, di Roma, e non ci sentivamo ancora del tutto ambientati. Con il suo sorriso e la sua affabilità, aveva voluto conoscere la nostra storia, che aveva ascoltato con la comprensione di chi conosce a fondo le problematiche di cui parlavo, come una sincera amica.
L’ultimo di tanti incontri è avvenuto, invece, in occasione di una riunione organizzata dal “Carro”, la Casa Famiglia presso la quale è inserito, da alcuni anni, nostro figlio. Dopo aver ascoltato con il consueto interessamento, le più recenti notizie sulla situazione di Alberto, mi ha chiesto se avessi mai pensato a scrivere i tanti eventi che hanno caratterizzato la vita di Alberto, e come noi li abbiamo affrontati, dicendosi certa che la nostra storia avrebbe potuto essere di aiuto ad altri genitori e, quindi, invitandomi a farlo.
Forse anche per quel suo suggerimento ho, pian piano, messo sulla carta i tanti ricordi, un “diario postumo” che se non sarà utile ad altri, certamente lo è stato per me, riassumendo il senso della mia vita. Anche di questo sono grata a Mariangela.

Grazia Maria

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.127

Dialogo aperto n.127 ultima modifica: 2014-09-29T09:20:49+00:00 da Redazione

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