La Casa è immersa in un contesto naturale straordinario per una città come Roma: ai limiti del Parco Archeologico dell’Appia Antica, con tanto terreno e verde di cui godere. In una splendida giornata di sole abbiamo incontrato uno dei gruppi che si avvicendano insieme ai loro educatori ed educatrici nella cura di uno di questi orti, aperti e in serra. Non è facile prendersi cura di un orto: le competenze necessarie non sono affatto scontate soprattutto ai nostri giorni.

Eppure la riscoperta della terra è una realtà ormai assodata, con tutte le sue valenze positive non solo per le ragazze ma anche per chi le segue, come racconta Claudio Pellegrini, psicologo e direttore della casa. Perché non qui, allora? Lo dimostrano anche gli “ortisti” esterni che curano parte dei terreni liberi della Casa per proprio consumo. Le ragazze, in base alle loro attitudini, vengono guidate ad imparare le basilari attività di cura di un orto: ripulire la terra dalle infestanti, arricchire e concimare il terreno (con le “produzioni” di due asinelli- Giuditta e Pedalino, compagni di avventura e parte di un programma di terapia per la cura dell’animale- e con il compost prodotto in loco) fare solchi diritti seguendo un filo, praticare buchi nel terreno a distanze regolari, piantare piccole pianticelle, innaffiare accuratamente…e questo solo nella mezz’ora che ci siamo trattenuti nella serra. Tutte le attività sono pianificate, dal lavoro di scelta e acquisto delle piante fino al valutare quali piante sono pronte per la raccolta.

Per adesso il mercato è solo interno: lo sforzo di chi lavora con le ragazze è che la comunità possa entrare sempre più a partecipare alla vita dell’“istituzione”: non solo creando opportunità per entrarvi, come per gli ortisti, ma anche per uscirne, magari riuscendo presto ad aprire un banco nel quale esporre e vendere la produzione. Questa dovrà essere ben avviata e sostanziosa… il percorso sarà un po’ lungo ma speriamo arrivi ad una piena realizzazione.

Il completamento della filiera produttiva potrebbe voler dire molto per sostenere e motivare lo sforzo delle ragazze. Anche per questo è stata creata Terra d’orto onlus che sostiene e organizza attività a favore di persone disabili e con problematiche di disagio; inoltre promuove iniziative di supporto alle famiglie che vivono quotidianamente la disabilità ed il disagio, nonché progetti volti a favorire esperienze di socializzazione ed integrazione per il superamento delle barriere culturali e dello stigma nei confronti della disabilità.

Infatti alla cura dell’orto partecipano anche un gruppo di ragazzi del Municipio di zona per tre pomeriggi a settimana. Tra le prossime attività previste, un corso teorico pratico per educatori e ragazze tenuto da un agronomo per approfondire alcune competenze necessarie per la cura degli orti.

Nei laboratori

A volte però il tempo non consente lavori all’esterno oppure non tutte le ragazze hanno le medesime disposizioni di carattere, fisico o attitudinale per il lavoro con la terra. Vari laboratori/gruppi di lavoro riescono a rispondere alle esigenze diverse e a impegnare le ragazze in lavori artistici e costruttivi. Da Profumi e Balocchi all’Albero della Vita, a Piccole Donne…questi i nomi di alcuni dei laboratori che abbiamo visitato, calorosamente guidati da uno degli educatori. E gioiosamente accolti da tutti gli altri.

In ognuno di questi seguiti da un’educatrice, un operatore sanitario specializzato e un assistente, le ragazze sono guidate per la creazione di oggetti: abbiamo visto sciarpe colorate molto trendy, saponette realizzate completamente in casa, aromatizzate nei modi più vari e inconsueti ma piacevoli, preparare le decorazioni per il carnevale, visto il periodo dell’anno. Ognuno fa la sua piccola parte in una specie di catena di montaggio nella quale ognuna delle ragazze sceglie -ed è aiutata a scegliere- l’attività più adatta a sé. In uno dei laboratori si cerca invece di svolgere attività sensoriali in grado di mantenere il più a lungo possibile le capacità delle ragazze con problematiche più gravi.

Una festa annuale vede la vendita dei prodotti realizzati i cui proventi vanno per il finanziamento dei laboratori e del materiale necessario e per la soddisfazione, che bello, di qualche “sfizio” personale.
Ogni persona ha bisogno di essere e sentirsi utile, di avere un ruolo adulto riconosciuto all’interno della società.

Questo sembra essere un obiettivo di chi lavora nella Casa Santa Rosa; al suo interno sarebbe facile rinunciarvi, in fondo, per dedicarsi ad attività meno impegnative. Credere comunque nella persona e in ciò che essa è in grado di dare, qualsiasi tipo di handicap abbia…non è, di nuovo, affatto scontato.

Speriamo che anche la comunità, le famiglie, gli amici, le parrocchie e le scuole, la città…vicini a realtà “istituzionali” come queste, si sentano sempre più coinvolti attivamente nella crescita di questi “orti” che, in fin dei conti, noi tutti siamo…

a cura di Cristina Tersigni e Matteo Cinti, 2014

Casa Santa Rosa

Casa Santa Rosa accoglie in regime residenziale 45 ragazze, ha un piccolo e curato ambulatorio per l’età evolutiva con circa 40 utenti ed un centro di riabilitazione diurna, semi residenziale, dalle 8,30 alle 14,30 per circa 55 utenti.
L’Associazione Terra d’Orto Onlus nasce come organismo di promozione di attività sportive, culturali, lavorative e di tempo libero rivolte a persone con disabilità intellettiva. Si costituisce all’interno della Casa Santa Rosa, appartenente all’Opera Femminile di don Luigi Guanella, ispirandosi alla pedagogia di don Guanella.
Le attività previste dall’Associazione sono le seguenti:

  1. Fattoria sociale e didattica, attività di floro-orticoltura e di pet-therapy
  2. Attività di tempo libero: organizzazione di week-end, centri estivi e vacanze
  3. Attività sportiva con eventuale partecipazione alle manifestazioni regionali e nazionali previste dal CONI

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.125

Artiste nell’orto ultima modifica: 2014-03-29T12:13:35+00:00 da Redazione

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