L’autrice ripercorre trent’anni di vita del figlio Alex, affetto dalla sindrome di Down, secondo di tre figli. Sulla beata felicità di una normale famiglia cade un fulmine a ciel sereno. Ma questo fulmine presto, nella madre, si trasforma in energia, data dall’amore e da un profondo, radicato e pragmatico senso di giustizia e di volontà.

Alex oggi è un ragazzo autonomo con un lavoro ed una fidanzata, in grado anche di sapersi rammaricare della sua disabilità. Le sue risorse e le sue capacità sono state incentivate ed ha potuto realizzare i suoi sogni. Ha praticato con successo vari sport, ha frequentato la scuola, ha condiviso esperienze con i fratelli.

Il libro è uno strumento guida, una testimonianza di sentimenti, sofferenze, incertezze, difficoltà. Da affrontare e superare con le indicazioni e i consigli delle persone giuste, con la dovuta determinazione di un contesto familiare in cui i suoi vari componenti appaiono legati da rapporti affettivi intensi e solidali.

“Ogni battaglia, ogni esperienza, buona o cattiva , ha reso Alex quello che è oggi: un giovane uomo felice, determinato e pieno di risorse, e, soprattutto in grado di affrontare la vita”.

R.M., 2013

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.122

Chiamami Alex – Recensione ultima modifica: 2013-06-10T15:00:04+00:00 da Rita Massi

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