Un’età della vita non donata a tutti, fatta di grandi contrasti che ne rendono ardua la comprensione. Un lungo passato alle spalle, nel quale non posso più intervenire (quello che ho fatto, ho fatto). davanti un futuro problematico anche da misurare: crepuscolo della mia esistenza durante il quale restituisco a poco a poco quello che dell’esistenza costituisce la ricchezza.

Una grande sorpresa riserba l’età avanzata: l’anima non è sog Ed. Effatà getta allo stesso declino del corpo e posso ancora cambiare. Per il mio Dio non è mai troppo tardi. In quali aspetti devo correggermi? La mia tendenza al pessimismo. Il timore inquietante che la misericordia di Dio sia un inganno, il ripiegamento su me stesso, il mutismo, quella tendenza a trascurare il mio comportamento, l’aspetto e la dignità del mio corpo. Perché vincere tutto questo? Per cooperare alla grazia divina a beneficio di me stesso e dei miei fratelli con un cuore nuovo è uno spirito nuovo.

Bissonier non si limita a queste riflessioni e non rifugge da suggerimenti pratici, dettati dall’esperienza vissuta, dall’amore, dalla fede: invita a rispondere alle lettere, a ricambiare le visite, a salutare sempre gli altri, magari aggiungendo qualche parola a quelle di saluto, a non scansare le situazioni nuove, a mettere ordine nelle nostre cose prevedendo quello che succederà dopo la nostra morte. E poi ad avere il coraggio di far ancora progetti, di imparare una lingua, di intraprendere uno studio magari quello delle Scritture in cui Dio fa conoscere se stesso e permette di conoscere quell’amore che Egli si aspetta da noi personalmente, perché personalmente ci ama per quanto ci sembri difficile da capire.

Ecco i cambiamenti che potranno fare dell’anziano un modello di speranza e un testimone della permanenza di Dio davanti al carattere passeggero della vita umana, di tanti nostri insuccessi, delusioni, sofferenze. Cosa si attende insomma quello stesso Dia dei nostri verdi anni, dagli anni della nostra vecchiaia? Prima di tutto la gratitudine, poi l’offerta dello spogliamento che ci unisce a Cristo, poi la lode, poi lo sguardo volto all’aldilà della vita terrena. Là Dio è in attesa di me: attesa di tenerezza e di amore: Lui che non bisogna temere perché il mio miglior difensore. Di fronte a Lui debbo solo rendermi umile e piccolo.

La vecchiaia, età dell’attesa. Attesa da parte del Padre che mi ha già preparato il ve stito nuovo: attesa da parte del Figlio che mi ha salvato dalla vera morte; attesa di tutti i miei cari e di tutti coloro che il Signore mi ha fatto incontrare nella mia lunga esistenza Mentre lo, al suo concludersi non dimenticherò quelli che lascerò sulla terra, poiché come Teresa di Lisieux-voglio passare il Paradiso a fare del bene sulla terra. Riflessioni profonde unite a indicazioni di vita pratica, dettate da esperienza illuminata da grande fede e cuore appassionato.

Graficamente, libro agile di non molte pagine e con caratteri di stampa chiari, adatti ai lettori appunto della terza e quarta età ai quali è rivolto e dai quali è cosa buona che sia conosciuto

G.B., 2010

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.112

Tutta la vita davanti. Dedicato a chi vive la terza e quarta età – Recensione ultima modifica: 2010-12-03T16:55:12+00:00 da Redazione

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