Domenica 26 ottobre
Giorno atteso e desiderato! Armato del mio migliore spirito di collaborazione e scortato da due giovani novizi gesuiti (uno del Madagascar, l’altro dell’Angola), più qualche giovane amico romano, arrivo puntuale, alle 8, alla stazione Tiburtina per accogliere i nostri amici francesi.
Mi era stato detto: “fai tutto quello che ti dirà il sig. C. (il nostro grande organizzatore).
Il treno arriva, gli amidi scendono, saluti, smistamento dei pellegrini nei rispettivi pullman… tutto va a meraviglia!
I pullman partono e io mi avvicino al “gran capo” che mormora tra denti: “Ho il problema dell’acqua!”.
La mia conoscenza del francese è scarsa. Non avendo capito nulla di quella frase sibillina, rispondo da zelante collaboratore: “me ne occupo io”. (Non sapevo che razza di acqua mi sarebbe caduta addosso!!!)
”Si tratta semplicemente di scaricare l’acqua minerale che troverete nel vagone 4, scompartimento 2 e portarla al deposito X. Così per gli altri treni che arriveranno a Tiburtina e Ostiense. Grazie.” Poi sparisce. Naturale! doveva occuparsi di cose più importanti.
Dalle 8.30 alle 13 abbiamo scaricato centinaia di casse dell’illustre acqua di Evian! 24 bottiglie per casse, di pregiata acqua minerale!
All’una il deposito era pieno, tutto era in ordine e io, seduto in terra mi tergevo il sudore… (il mio lavoro abituale richiede meno forza fisica, seduto tutto il giorno dietro una scrivania!!!), e mi chiedevo perplesso se avevo per caso dimenticato di leggere una parte del programma del pellegrinaggio:
Giorno X, ore Y: “Tutti i pellegrini sono invitati alla stazione Tiburtina per una bicchierata di amicizia. L’acqua sarà gentilmente offerta dai nostri amici francesi”…(l’acqua serviva, in realtà, per il viaggio di ritorno).
Enzo, 1975

Si gira

Martedì 28 ottobre
Indescrivibile lo scenario di Piazza S. Pietro di notte, illuminato da potenti fari. Suggestiva la luce di quelle migliaia di piccole fiammelle. In definitiva uno spettacolo molto bello sia per noi che crediamo, sia per gli altri. Improvvisamente mi sento chiamare da una signora la cui figliola si sentiva male. Niente di grave, Bisognava solo portarla fuori dal nostro gruppo compatto e raggiungere il pronto soccorso…
Mi accingevo a tornare, quando lungo il colonnato del Bernini mi sento apostrofare da alcuni ragazzi di passaggio: “A sor maè! che firme stanno a girà?” (Capo! che film stanno girando?).
Ettore, 1975

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.7, 1975

Il problema dell’acqua ultima modifica: 1975-12-03T15:00:34+00:00 da Redazione

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