Cari amici, vorrei provare a guardare al Natale con gli occhi di Giuseppe di Nazaret. A Natale gli occhi di tutti sono fissi sul Bambino e sua Madre, perciò san Giuseppe rischia di diventare un protagonista secondario, se non proprio una comparsa. In realtà la Lettera Apostolica di Papa Francesco Patris corde ci aiuta a rivedere il protagonismo di Giuseppe di Nazaret.

«Tutti possono trovare in san Giuseppe – scrive il Papa – l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in seconda linea hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza».

È bello pensare che nella vicenda della nascita di Gesù, che avviene per opera dello Spirito santo, Dio chiede la collaborazione di Maria di Nazaret, ma anche di protagonisti in seconda linea, quale Giuseppe, che anche se nel travaglio del cuore, si è fatto trovare sempre pronto alla volontà di Dio.

Attraverso i sogni di cui si parla nel vangelo di Matteo, Giuseppe si è lasciato educare da Dio a vivere un protagonismo senza palcoscenico, che ha calcato la strada, la casa, il laboratorio, che ha abitato i legami, le relazioni, le storie con quella paternità accogliente che si fa cura, premura e responsabilità.

Il Natale allora diventa l’occasione in cui contemplando il nostro Dio che si fa uomo per amore, ci ricordiamo che in Gesù, il Padre ci fa figli e amici, uomini e donne che come san Giuseppe, in seconda linea, senza ricercare alcun protagonismo, colorano di «paternità premurosa e responsabile» le relazioni, i luoghi, le scelte, i progetti e i sogni di ogni giorno.

È un protagonismo senza palcoscenico che ha calcato la strada, la casa, il laboratorio
Che ha abitato i legami e le relazioni

Quanti Giuseppe, donne e uomini in seconda fila popolano le nostre comunità di Fede e Luce e con il loro sano protagonismo, accogliendo gli stimoli che lo Spirito Santo suscita nel loro cuore, diventano portatori della buona novella: Dio è con noi! Come san Giuseppe, sono coloro che continuano a custodire e prendersi cura del Bambino e di sua Madre; e Papa Francesco commenta: «Questo Bambino è Colui che dirà: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Matteo 25,40). Così ogni bisognoso, ogni povero, ogni sofferente, ogni moribondo, ogni forestiero, ogni carcerato, ogni malato sono il Bambino che Giuseppe continua a custodire».

Care amiche e amici, augurandoci Buon Natale, auguriamoci di non rinunciare mai a quel protagonismo in seconda fila che fa di ciascuno di noi un ambasciatore di vita e di speranza, che si fa trovare pronto alle silenziose richieste che Dio suscita nel nostro cuore e come san Giuseppe si mette in gioco per permettere a Cristo di continuare a nascere nella città degli uomini, perché risuoni ancora la colonna sonora della speranza: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Luca 2,14). Buon Natale.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 156, 2021

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Le donne e gli uomini della seconda fila ultima modifica: 2022-02-17T12:41:12+00:00 da Giovanni Intini

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