Il responsabile del centro e del progetto, il prof. Davide Moscato, neuropsichiatra infantile, mi
spiega come, in un parco attrezzato nel verde di Roma (prima proprio all’interno dell’Ospedale) e
con la supervisione di alcune psicoterapeute, gruppi di bambini con le difficoltà sopra descritte
interagiscano con diversi tipi di animali in un ambiente naturale. Sottolinea come il rapporto con
l’animale riattivi un rapporto ancestrale, ma dimenticato. Di fronte ad un cucciolo, o comunque ad
un animale percepito come non pericoloso, le difese si abbassano e con queste lo stato di allerta
normalmente attivato. L’elettroencefalogramma di una persona che accarezza un gatto che fa le fusa
tende a stabilizzarsi, diminuisce il ritmo cardiaco e respiratorio, la pressione arteriosa e del tono
muscolare…in opposizione e miglioramento rispetto alla risposta negativa causata dallo stress.
L’animale con il suo comportamento non verbale rappresenta un importante mediatore emozionale
per il bambino che non riesce a comunicare o gestire i suoi stati d’animo, oppure che ha veri e
propri disturbi della comunicazione. Il bambino crea con l’animale un rapporto empatico e lo spinge
a identificarsi con esso, lo aiuta a riconoscere le proprie emozioni e accresce la fiducia in sé.
I bambini entrano in contatto con animali di diversa taglia e con ognuno di essi devono imparare
regole di trattamento diverso: la carezza che si può fare ad un coniglio sarà diversa da quella offerta
al pony.
Il professor Moscato spiega come alcune

Articolo ristretto ultima modifica: 2019-05-04T09:00:42+00:00 da Redazione

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