Persona riflessiva e curiosa, Alberto Fragomeni racconta la sua vicenda umana di “malato psichiatrico” presentando con stile spesso leggero e scanzonato i luoghi, i tempi e gli oggetti che riempiono la giornata e la vita di chi, come lui, conduce un’esistenza gravata da una patologia della sfera mentale.

Il percorso narrativo del libro è incentrato su vicende e riflessioni che rivelano la strenue ricerca di un equilibrio che fatica ad arrivare. Controverso il suo rapporto con la fede, percorso abbracciato con euforico impeto nel tentativo di dare una spiegazione alle proprie sofferenze ma rapidamente sostituito da tentativi di elaborazione più intellettuali. L’autore racconta approfonditamente la passione riversata al percorso di studio dei saperi orientali, della filosofia moderna e della psicoanalisi, sempre nella ricerca di una consolazione personale di un senso da dare alla propria esistenza.

Quello che più colpisce nel libro è la fredda e lucida descrizione del dramma legato alla presa di coscienza di un proprio limite invalidante, la patologia psichiatrica. In più occasioni l’autore racconta l’angoscia derivante da quella che percepisce come una condanna senza appello, una privazione della dignità della propria esistenza, un obbligo a rimanere ai margini dell’organizzazione sociale.

Stefano Pescosolido, 2017

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.138

Dettagli inutili – Recensione ultima modifica: 2017-06-28T09:00:23+00:00 da Stefano Pescosolido

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