L’anno scorso a scuola ci hanno fatto un corso di Primo Soccorso. Non mi è dispiaciuto per niente e visto che iniziavano i corsi alla Croce Rossa ho deciso di frequentare le lezioni.

Ho dato l’esame di primo livello (per il telesoccorso, cioè stare al computer e aspettare le chiamate), poi quello di secondo livello (per il presidio di soccorso alle gare sportive e a manifestazioni varie, i trasporti da un ospedale a un altro) e infine quello di terzo livello (per il 118). Dato che ho tra i 14 e i 26 anni faccio parte della componente dei Pionieri della Croce Rossa: oltre alle normali attività della CRI quali il CSE (centro socio educativo, ossia il trasporto di ragazzi disabili dalle loro case al centro educativo), il CRE (centro riabilitazione equestre, un campo dove portiamo i ragazzi disabili a cavallo), e le altre di prima(gare e trasporti ecc), facciamo anche attività mirate alla diffusione dei nostri principi. Quindi ognuno di noi si specializza in diversi campi che possono essere ApG (attività per giovani), clownerie, animatori di emergenza, area sviluppi, ACI (tutto quello che riguarda la comunicazione internazionale con gli altri pionieri).

Io sono un animatore ApG (presto anche istruttore) e il mio ruolo, insieme ad un’altra ‘ragazza animatrice ApG, è quello di gestire le attività per giovani. In pratica dobbiamo organizzare attività legate all’apprendimento, ad esempio ai bambini dai 5 ai 10. Quando serve diamo delle lezioni di ApG ai nuovi pionieri della regione.

La Croce Rossa è un impegno ma a me piace molto come mi sento quando sono in CRI… so di rendermi utile piuttosto che stare a casa a poltrire e poi la soddisfazione personale è immensa!

Mi sento cambiato molto da quando ho iniziato: finché lo vedi da fuori dici solo “che fico, ha la divisa”, ma quando ci sei dentro scopri un altro mondo e ti trovi di fonte a delle realtà che non avresti mai pensato di affrontare. C’è la giornata divertente quando vai allo stadio a fare assistenza a una partita, e poi c’è la giornata in cui devi uscire per un incidente con cinque feriti e due macchine cappottate. Una volta lì non puoi dire “no, non ce la faccio”. Sento che mi ha migliorato davvero, magari sono il solito scemo della situazione, e sfido chiunque a dirmi che non sono in grado di prendermi le mie responsabilità.

Ho una giornata molto piena tra scuola, pallavolo e CRI però non penso di lasciare niente dietro (beh oddio.. se magari esco dalla quinta quest’anno sarei anche felice!) ma mai mi sognerei di lasciare la pallavolo o la CRI, è tutta questione di saper gestire i propri tempi. La pallavolo è ancora una porta aperta per il mio futuro dato che mi sta dando molte possibilità e ovviamente ha la priorità maggiore… ma appena riesco sono il primo a chiamare e dire “se serve qualcosa io oggi sono libero”.

Cristobal Clavijo Zàrate, 2011

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.114

Oggi sono libero ultima modifica: 2011-06-04T17:46:14+00:00 da Cristobal Clavijo Zàrate

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