Nell’estate del 1989 alcuni ragazzi si ritrovano a condividere qualcosa di speciale: insieme, dopo poco tempo, decidono di unirsi e formare un gruppo musicale, suonando poi per oltre 15 anni. Era il periodo dei Ladri di Biciclette di Paolo Belli, e per prendersi un po’ in giro, i ragazzi decisero di unirsi sotto il nome di Ladri di Carrozzelle. Ma prendersi in giro perche? Perché quasi tutti i ragazzi del gruppo sono disabili, in particolare affetti da distrofie muscolari più o meno gravi. Loro non si piangono addosso però, anzi si portano dietro una grinta e una passione inimmaginabili. Ce ne parla Paolo, uno dei componenti del gruppo attuale, che ha vissuto la realtà dei Ladri fin dalla loro nascita.

“I ragazzi che hanno iniziato con me tanti anni fa erano tutti distrofici: io ho avuto la possibilità di conoscerli facendo l’animatore in un villaggio turistico. Durante le estati ci siamo cominciati a conoscere, d’inverno ci frequentavamo e così è nata l’idea di fare un gruppo musicale. Eravamo 10 a suonare, 8 dei quali in carrozzella con distrofie di tipo progressivo. Con quella prima formazione siamo andati avanti fino al 2005, poichè dopo 15 anni quasi nessuno di quei ragazzi ce la faceva più a suonare.” Alcuni dei componenti del gruppo non sono più tra noi purtroppo, adesso sotto il nome di Ladri di Carrozzelle riconosciamo tre realtà differenti: la prima di tipo professionistico è la band ufficiale di stampo poprock, la seconda è invece professionale e similmente alla terza, ha un taglio musicale divertente e godereccio; tutte sono nate seguendo l’ideale di suonare in un gruppo musicale come qualunque altro, per divertirsi. “L’eccezionalità della cosa sta nella sua sfacciata normalità: noi siamo un gruppo musicale come tutti gli altri.” afferma Paolo.

Nelle formazioni attuali ci sono persone con handicap sia fisco che mentale, alcuni dei membri suonano in più band contemporaneamente e ci sono anche componenti senza handicap, come Paolo:

“Io sono chitarrista nella prima formazione dei Ladri, che suona nelle piazze, nei teatri, nei palasport: abbiamo già un tour in partenza ad aprile. La seconda band “Area Nova” è composta da ragazzi down e autistici dai quali io pretendo quello che di solito non pretende nessuno e cioè la professionalità: che non è essere professionisti (cioè che sei pagato). Professionale è sapere cosa stai facendo: i ragazzi down si montano lo strumento e sanno quando devono iniziare a suonare senza improvvisare. Anche la terza band è di tipo professionale, entrambe non vengono pagate, ma ricevono un rimborso spese, o attingono dal fondocassa spontaneo del gruppo e sono sostenuti dal volontariato. E anche dai volontari io pretendo molto impegno.
Purtroppo però non ci sono più i soldi per questo tipo di cose…”

Paolo è una sorta di manager di tutte le tre band, «gestisce gli eventi e i concerti e contemporaneamente è un insegnante di religione, nonché operatore di Fabrizio Er Caciara, con il quale fa laboratorio musicale ogni settimana con la terza band “Area 22”. “La tecnologia ora ci permette di fare un laboratorio anche con chi non sa suonare degli strumenti, colImando.’handicap. Con tecnologia intendo batterie elettroniche, sequenze, ricampionatori, ecc… Ci sono persone che musicalmente sono 0, però il loro 0 è il mio 10. Manuela non andrà mai a tempo, ma lei ci mette così tanto entusiasmno mentre suona! Fabrizio ha la passione per la musica più grande che abbia mai visto ma ha una patologia che non gli permette di fare “1,2,3,4”: va a fortuna anche se studia 4 ore al giorno.”

“Trovare un concerto per i ladri di carrozzelle è la cosa più difficile del mondo,” continua a raccontarci Paolo, “perché nessuno in situazioni serie vuole gli “handicappati”, poi però quando suoni cambia tutto. Tutti ti richiamano. Le aspettative sono basse perché la gente pensa siano persone che non sanno suonare e associa sempre la sfiga alla disabilità, invece a me piace pensare una cosa che mi ha detto il mio amico Claudio Imprudente: basta sostituire una lettera da sfiga a sfida e cambia tutto. Perché la disabilità è una sfida ai luoghi comuni, ai pregiudizi. Noi abbiamo cercato in questi anni di proporci in maniera diversa con tanta ironia. L’importante era scherzarci su, per noi era la chiave fondamentale, per andare contro i pregiudizi.”

Rispetto ad ora, la prima formazione è stata speciale, un’eccezione, che ha permesso però di ottenere un modello riproducibile. “Adesso è rimasto solo un distrofico nella formazione principale ma perché è l’unico che non ha una patologia progressiva, gli altri stanno tutti malissimo. Ma quello che ho visto fare a quei ragazzi è andare oltre i propri limiti. Alessandro, il cantante, si è fatto due tournèe per l’Italia tracheotomizzato, con un respiratore di riserva, mezzo ospedale dietro, anche se il medico gli aveva detto che non sarebbe riuscito a cantare. È chiaro, doveva fare un lavoro di preparazione: ognuno ha delle ore variabili di autonomia, lui faceva in modo che quelle ore arrivassero nel momento del concerto. Ma tutti hanno dimostrato un impegno e una passione inimmaginabili; anche il bassista fino all’anno scorso suonava tracheotomizzato. E Alessandro cantava bene, ancora mi emoziona tantissimo, con poca voce ma metteva i brividi. Era un ragazzo con grande carisma, che pur stando molto male sul palco riusciva a comunicare, a emozionare.”

I Ladri hanno inciso 11 dischi, alcuni brani sono disponibili su iTunes e altri gratuitamente sul sito. Adesso di dischi veri e propri non ne fanno più, ma questo non gli impedisce di continuare a suonare in tour. Quest’estate potrete ascoltarli al pellegrinaggio Fede e Luce di Loreto, dal 2 al 5 giugno 2011.

Matteo Cinti e Rita Massi , 2011

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.113

Ladri di carrozzelle ultima modifica: 2011-03-04T16:56:14+00:00 da Redazione

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