Quando Ivana mi chiese di aiutarla a prepare uno spettacolo teatrale per i venti anni del Carro, ho pensato per un attimo che volesse mettere su la consueta recita che si fa alla fine di ogni laboratorio teatrale. Invece fin dall’inizio mi ha fatto capire, con determinazione, che il suo intento non era solo quello di dare ai ragazzi residenti l’opportunità di esprimersi in un testo adatto alle loro peculiari e specifiche risorse e possibilità, ma soprattutto quello di coinvol gere tutti icomponenti del Carro, residenti, operatori, volontari, al fine di metter su una rappresentazione corale, facendo lavorare tutti insieme, sullo stesso piano.

Debbo dire che non è stata un’impresa facile da attuare, non solo per le iniziali resistenze di alcuni, ma anche per motivi strettamente pratici, uno fra tutti, trovare orari comuni per le prove, tenendo conto degli impegni e dei turni. Ma non voglio parlare in questa sede delle difficoltà, voglio invece esprimere la gioia e la soddisfazione che mi ha dato fare questo spettacolo!

Io sono in genere una “perfezionista”, ho messo su tanti spettacoli sia con adulti che con bambini, facendo sempre attenzione a mille dettagli, alla qualità… ed anche in questo caso era certamente nostra intenzione realizzare qualcosa di dignitoso e ben fatto. Il lavoro è stato lungo e faticoso, ognuno ha partecipato alla realizzazione dello spettacolo, adattando il testo, preparando le scene, i costumi etc. fino ad arrivare, con l’acqua alla gola, al giorno della rappresentazione… Abbiamo ricevuto tanti complimenti, non so se sono stati benevoli o veramente sinceri; lo spettacolo è andato miracolosamente bene, tutti sono stati veramente bravi! io comunque ero sul palco e non potrei dirlo, ma a me è piaciuto molto e quello che mi ha veramente emozionato, non è stato soltanto la bravura e l’entusiasmo dei ragazzi, ma il livello di partecipazione e coinvolgimento anche degli operatori e dei volontari impegnati nel realizzare questo evento. È stato bellissimo recitare tutti “nella stessa barca” coinvolti e responsabili, tutti consapevoli di fare qualcosa insieme.

Approfitto per dare atto e ringraziare tutti quegli operatori che hanno collaborato fattivamente. Ho capito che il Carro sta diventando sempre più una famiglia allargata in cui ognuno ha il suo posto e il suo ruolo, non solo chi ci vive stabilmente, ma anche chi ci passa solo alcune ore sia per dare una mano, sia per svolgere il suo lavoro, un lavoro che va svolto con professionalità, ma anche e soprattutto con spirito di amore e di accoglienza.

Elisabetta Aglianò, 2010

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.111

20 anni del Carro ultima modifica: 2010-09-30T16:26:59+00:00 da Redazione

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