Cogne

Il campeggio di Alfedena mi aveva fatto pensare alla casa di Cogne; all’appartamento che abbiamo noi in affitto e a quello sopra di mia sorella: 18 letti sicuri che con qualche sacco a pelo, potevano diventare 20, 22.

Ci pensai per un pò da sola, ma i problemi mi sembravano tanti e difficili da risolvere. Appena però mi misi a parlarne agli altri i nodi cominciarono a sciogliersi e le cose a farsi più semplici.
Mi aiutò molto il fatto che la cosa sembrasse bella e entusiasmante a tutti.

Cominciamo a concretizzarla.
Andò benissimo il numero delle persone che aderivano; era proprio quello giusto e non abbiamo avuto il dispiacere di dire non c’è più posto. Siamo arrivati anche a 25, ma solo per qualche giorno.
Pare che ci sia chi va matto a dormire per terra!

Abbiamo chiesto aiuto a Roma per l’organizzazione e ci sono arrivati utilissimi schemi, programmi e schede.
Abbiamo copiato tutto! Erano cose sperimentate e quindi andavano e sono andate benissimo.
È troppo lungo spiegarvi come passavamo le giornate.

Avevamo appeso nei due appartamenti il cartellone degli orari della giornata e uno dei turni di lavoro.

Alla sera prima di cena c’era la riunione organizzativa per tutte le cose che di giorno in giorno dovevano cambiare.
Abbiamo avuto dei cuochi fenomenali!

Robert è stato il nostro grande aiuto e soprattutto ci ha insegnato che l’impegno, la costanza, la serietà nelle piccole cose portano alle grandi cose: all’amicizia, alla serenità, all’ordine.

Ha partecipato al campeggio qualche mamma e qualche papà, ma i protagonisti sono stati i ragazzi, tutti bravi, tutti simpatici.
Arrivederci a un altro anno!

Anna Maria De Rino, 1977

Cuneo

L’estate è arrivata, il sole infuria, ma noi testardi come muli (anche se decimati dalle ferie che ci vedono partire per le località più disparate), continuiamo i nostri incontri.

Domenica 17 luglio sono state le verdi, fresche montagne della nostra Cuneo a farci da sfondo.

Il gruppo è giunto a valanga nel primo pomeriggio. Dopo i giochi e la merenda si è deciso all’unanimità di cantare. Detto fatto. Che cori, ragazzi!

Li abbiamo registrati per farli ascoltare in un prossimo futuro agli assenti, ma quando li abbiamo riascoltati si è pensato di soprassedere per non gettare nel panico quella povera gente innocente! Persino il sole spaventato, ha pensato di scappare in fretta a nascondersi dietro le cime più alte, e i nostri orologi d’accordo con lui ci hanno consigliato di riprendere la strada del ritorno.

Arrivederci al prossimo incontro.

Betty, 1977

Cuneo 2

L’estate e le vacanze non ci hanno allontanato del tutto.
Sperando nelle belle giornate estive, i nostri incontri prevedevano gite in montagna.

Possiamo ritenerci fortunati perché i temporali molto frequenti, non hanno disturbato le nostre feste.

Domenica 17 luglio siamo andati a Vinadio, paese a 40 Km circa da Cuneo, a 900 metri di altitudine, a trovare Mario e Betty e famiglia che stavano trascorrendo lassù le loro vacanze.

Domenica 7 agosto, la nostra mèta è stata un paesino montano denominato Folché, dove il nostro Don Romano è parroco.

Alcuni hanno trascorso insieme l’intera giornata mangiando insieme polenta e salsiccia, altri hanno raggiunto la compagnia al pomeriggio.

Entrambe le giornate sono state caratterizzate da grande gioia ed allegria.

Elisa e Franco, 1977

Grottaferrata

25 giugno, ore 7, appuntamento alla statua di S. Francesco in Piazza S.Giovanni.

Da questo momento un gruppo di amici di Villa Patrizi ha iniziato un campeggio a Grottaferrata: alcuni ospiti di casa Balmas e altri in tenda.

È stata un’esperienza molto bella e allo stesso tempo molto diversa rispetto a quella fatta ad Alfedena perché c’erano più genitori presenti.

Alle 10 circa siamo giunti sul posto (con un bel po’ di ritardo perché avevamo preso il pulmen sbagliato!) e subito abbiamo iniziato a lavorare: chi si sistemava nella sua camera con il bagaglio e si preparava il letto e chi montava le tende.

Dopo aver apparecchiato la tavola e mangiato – e messo tutto a posto – c’era che era occupato a organizzare la veglia per la sera e quindi giochi e canti, chi si riposava e chi aiutava Luis a preparare la messa alla quale abbiamo partecipato tutti insieme verso le 18. Questo è stato anche per gli altri giorni un momento di ritrovo e di pausa per ringraziare insieme Gesù e chiedere altra forza per proseguire il nostro cammino verso la sua luce.

Queste giornate che purtroppo sono state poche, ma abbastanza per conoscerci meglio, sono passate velocissime e sempre con il tempo bello o quasi.

La mattina era occupata dai servizi e dalle attività pedagogiche, per esempio il giardinaggio, il rimettere in ordine il campo da bocce, raccogliere le ciliege o la legna oppure fare le marionette di carta pesta, o ancora seguire la lezione di francese che un professore che, possiamo dire, se la cavava bene (era Luis) ed infine preparare i giochi per il pomeriggio.

Dopo il riposo, o pausa pomeridiana, si giocava tutti insieme a pallone, o a “Franchestain”, o alla caccia al tesoro, ecc.

Martedì 28 invece, siamo andati a fare una passeggiata col pic-nic fino alla croce del monte Tuscolo e qui abbiamo inventato una canzone che in seguito abbiamo cantato più volte; poi sono seguiti giochi di società.

Mercoledì come ultima sera, Pietro ed io abbiamo organizzato la veglia con il fuoco all’aperto e, mentre tutti gli altri cantavano e Luis e Sergio facevano una scenetta, noi due abbiamo preso le sembianze di un extra-terrestre e cioè un re con una testa, quattro braccia, quattro gambe e un grosso pancione…!

Con una mano teneva una luce, con un’altra un sacchetto pieno di fogli e con un altra ancora distribuiva diplomi ai campeggiatori con su scritto il merito di essere disponibile a tutto, chi quello di cuoco eccellente o di casalinga…

Giovedì, ritornando a Roma, eravamo tutti un po’ tristi di lasciarci e non rivederci fino a ottobre, ma eravamo molto contenti di aver approfondito le conoscenze tra noi e quindi con Gesù.

Io ho scoperto anche che tutti posseggono un gran tesoro, spesso molto difficile da scoprire a prima vista ma, una volta scoperto, anche quelle persone che credevo di conoscere da tempo o che pensavo non lo potessero mai possedere, diventa una fonte di ricchezza dalla quale noi tutti riceviamo tantissimo.

Ho vissuto sempre con gli altri momenti di gioia e di amore ed ho veramente potuto capire le parole che diceva padre Vittori del gruppo di San Paolo, durante una veglia con alcuni amici e con Claud (sacerdote che veniva da Haiti per raccontare la sua esperienza a Fede e Luce) e cioè: “l’amore si può paragonare ad un sasso che, gettato in un lago forma tanti cerchi: il primo piccolo, secondo un po’ più grande e il terzo ancora di più e così via… E non si può saltare dal primo al terzo cerchio…”

Così è per l’amore che, se prima di tutto non c’è in famiglia o lì dove si vive, non si può allargare fuori….

Ho anche potuto vedere che quello che conta non è quanto si vive ma come si vive (Kennedy)

Poi avrei ancora da raccontare e descrivere cose che pensano si possono vedere solo a Fede e Luce, ma non riuscirei mai a dirle come le ho vissute. Infatti per capire bene certe cose bisogna viverle!

Sul pullman per Roma infine, abbiamo conosciuto una ragazza che si chiama Giuana e abita a Morena.

Speriamo voglia accettare il nostro invito di averla fra noi in ottobre a Villa PAtrizi.

Francesca Mancini, 1977

Roma alla Marymount School

Via Cassia Antica – 2° campo estivo diurno

Chi l’ha pensato?
La United Nations Women’s Guild (mogli di impiegati della FAO, finanziato dai proventi di alcune loro di piante e fiori in aprile, ecc, )

Chi ha aiutato?
Le stesse mogli con i loro bambini, grandi e piccoli, le loro amiche, le suore della Marymount, alcuni anici di Fede e Luce (grazie, Carmela, Pietro e Guenda!), e tanti altri.
Tante nazionalità e lingue diverse, un comune desiderio di dare.

Quando?
Durante le prime due settimane di luglio, tutti i giorni esclusi sabato e domenica, dalle 9 alle 16.

Dove?
Alla scuola americana Marymount, posto ideale per il suo grando parco, la piscina, le aule per le varie attività (lavori manuali, modellare e dipingere la creta, il riposino, ecc), il grando e fresco “auditorium” per cantare e giocare in cerchio, la “cafeteria” per mangiare deliziosi piatti di pastasciutta cucinati dal personale della scuola.

Perché?
Per ritrovarci come gruppo e fare insieme e in allegria qualcosa di positivo; per dare – a chi non l’aveva ancora avuta – la possibilità di avvicinarsi a problemi per loro “insoliti”; per dare un po’ di sollievo alle famiglie dei bambini “difficili” pur sapendo che era solo una goccia nell’oceano; e per far passare a questi bambini (che forse non potevano lasciare la città per l’estate) qualche giorno in un’atmosfera di vacanza.

Gli ospiti d’onore?
Undici bambini “diversi”, alcuni figli di impiegati della FAO, altri venuti attraverso Fede e Luce e la Scuola Serena.

Risultati?
Beh, i bambini diversi avevano proprio l’aria di venire volentieri, anche se pochi di loro potevano dircelo a parole. Gli altri ragazzini erano entusiasti di questa nuova esperienza, di avere tanti nuovi amici, di pensare prima a qualcun altro che a loro stessi.
Tutti gli adulti l’hanno trovata una esperienza che li ha arricchiti e che desiderano ripetere. (Infatti quest’anno abbiamo avuto l’aiuto entusiasta di chi l’anno scorso era venuto titubante e poco sicuro).

Le difficoltà?
Dato che chi aiutava per lo più offriva la propria buona volontà ma mancava di esperienza e di conoscenze tecniche, la fatica che ognuno (anche gli ospiti) doveva fare era sproporzionata ai risultati. Però la stanchezza era – a detta di tutti – sempre compensata largamente dall’amore e dall’allegria che ricevevano dai “nostri” bambini.

L’anno prossimo?
Naturalmente vogliamo ritentare, sperando di fare meglio.

Volete aiutarci ?
Allora potete rivolgervi a Nicole, tel. #########, o a Yvelise, tel. #####

Alfedena ’77

“Gioia è stare insieme”

Carissimi,
questa volta non potendo essere tra Voi per impegni presi in un altro pianeta, Vi mando questa lettera.
Forse non tutti si ricorderanno di me, ma ci siamo visti con una parte di voi ad Alfedena in occasione di una premiazione.

Sono l’abitante di quel pianeta da dove Vi spiamo continuamente e Vi seguiamo passo passo.
Vi mando questa lettera perché sapevo che Vi sareste ritrovati tutti assieme, e voglio sapere qual è il significato che Voi date ad una parola, cos’è quella parola che ho sentito spesso tra Voi: “la gioia”.

Ma forse devo dire che più che sentirla, l’ho vista tra Voi.

Anche in quei momenti che non Vi sembravano tali ho visto la Vostra gioia quando insieme preparavate lo striscione di “Benvenuto alla Nonna!”; quando Alessandro chiamava Francesco “Micio” e questi rubava le caramelle e faceva il pagliaccio!

Gioia è anche quando Mariangela ascoltava sorridendo la canzone che fa…

“Sebbene che Mariangela voglia l’ordine perfetto, lei è la prima che fa tardi a letto; oppure quando, sebbene scettici assaggiavate la cucina francese di Louis e Robert; ed anche quando durante la siesta Settimio vi allietava con il flauto ed Alberto vi cantava “Venderò…”…

Gioia era Pinino quando portava a letto Puccettino e Federica quando era insieme a Sabina.

Gioia è anche le corse mattutine di Sergio e Nanni ed il fallito tentativo di Marianeve di imitarli, le mani tese di Puccio a Vito, il sorriso di Gian Carlo a Chicca, il canto celestiale di Stefano!

Gioia è trovare nuovi amici venuti da tutta l’Italia: Francesca, Mimmo, Gianni, Serena, Anna, Lucetta e Matteo…

Gioia è quando Ugo anda va a prendere il latte per la colazione di tutti e quando, aspettando che il latte bollisse, Clara, Ugo e Daniele iniziavano la riunione serale per lo spuntino di mezzanotte!

Gioia è l’andirivieni Roma-Alfedena di Maria Laura e Lucia, la consulenza medica di Valeria, rincorrere Giorgio in canottiera, ascoltare le poesie di Giulio al fuoco, sentire Carlo suonare la chitarra ed Anna il flauto…

Gioia è scoprire che Guenda porta la quinta di mutande…

Gioia è vedere Andrea e Fiammetta mascherati da streghe ed anche mangiare la colazione da Enrica.

Gioia era anche fare lunghe passeggiate per Alfedena con Roberta, Claudio, Carla, Monica, Roberto, Max, Gianluca e Fabrizio.

Gioia era ascoltare “Mariangela monta in gondola” cantata da Mariangela, Mariangela, Valeria e Lina, e partecipare tutti assieme alla Messa celebrata da Louis… e raccogliersi nella Tenda del Silenzio!

Gioia è la commozione di Guenda alla partenza di Pablo… ed il ricevere visite la domenica…

Da tutto questo avrete capito che “Gioia è stare insieme”

Vi saluto sperando di rivederci presto in una simile occasione.

Settimio, Clara, Sergio

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.15, 1977

Esperienze, i campi dell’estate 1977 ultima modifica: 1977-12-04T13:50:34+00:00 da Redazione

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