Una mamma
“Che abbiamo visto a Lourdes? Un Pellegrinaggio, sì, e molto di più. Una grande comunità cristiana formatasi in poche ore tra migliaia di persone che hanno potuto conoscersi tanto da potersi amare profondamente, perchè ignoravano le rivalità, le concorrenze, lo spirito di accaparramento e di sfruttamento.”

Un sacerdote
“Partiremo da Lourdes come vi siamo giunti, con una croce sulle spalle; non andiamo là perchè essa ci sia tolta, ma per imparare insieme a portarla meglio.”

Un papà
“Se siamo venuti a Lourdes da tutte le parti del mondo, è perché ciascuno di noi può diventare portatore di speranza. Bisogna che noi partiamo da qui portando con noi una luce di fiducia che accenderà altre luci nel mondo.”

Un’altra mamma
“Dal mio ritorno da Lourdes, la gioia di una sicurezza, la certezza che non mi lascia più e che si riassume dicendo: Alleluia! per coloro che cantavano e che dicevano alleluia quando io stessa non avevo la forza per farlo. Alleluia! per coloro che avegano la Fede quando io non l’avevo. Alleluia! per coloro che amavano quando io non avevo la voglia di amare.”

Un’altra mamma
” Ciò che più profondamente è rimasto impresso in noi è quella gioia che ci contagiava tutti, quegli amici incontrati… Non è forse questa la vita che ci aspetta: «Una grande gioia, una immensa festa, e questa, realmente, senza frontiere nè di tempo… nè di luogo… nè di persona!»”

Un medico
“Siamo qui riuniti, numerosi medici; non tanto per discutere di medicina, mae soprattutto per studiare come giungere ad una carità utile, quella che davanti ad un handicappato ci fa provare non soltanto un sentimento di compassione e di affetto, ma ci spinge anche ad azioni utili. È importante vedere come la segregazione ed il rigetto possono distruggere una persona, e come al contrario, l’amore può costruirla,”

Un medico
“L’handicappato mentale è considerato troppo spesso nella Società, da una parte come pericoloso, dall’altra come irrecuperabile. La prima cosa da fare, se vogliamo renderci utili, è dimostrare che ciò è falso. Quello che vediamo qui ne è una prova”

Un giovane
“A Lourdes ho capito che non era un sogno, un mito, una follia: la nuova società nella quale ci si riconosce tutti fratelli, è possibile; ne abbiamo fatta l’esperienza durante quattro giorni.
È così strano, bello, sentirsi sullo stesso piano di un piccolo handicappato che non parla, ma che ti guarda dritto negli occhi, ti stima degno della sua fiducia e si stringe a te… “

Una mamma e un papà di Roma
“Ero ancora giovane quando è nato il mio primo figlio. Desideri, speranz3, illusioni, ma non è stato così perchè quando nacque il mio bambino mi dissero: “è mongoloide”.
Infranti tutti i sogni! Non era più possibile realizzare quella che era stata l’attesa, il piacere di portare aventi un figlio normale e cominciò così una lotta che molte mamme conoscono.
Un figlio cne non era come gli altri, il dolore di tanti anni, di tutti i giorni, di tutte Le ore. E così per tanto tempo; per tanti lunghi anni, con un figlio diverso!
Mio marito ed io eravamo diventati diversi, ci eravamo isolati da tutti, non esisteva più che F. e il nostro dolore.

Ed ecco Lourdes! una tappa come tante della nostra vita, una visita qualunque come quelle fatte ad uno dei tanti specialisti che ci avevano consigliato.
Dopo qualche ora mi accorsi che le cose erano diverse!
Non ero la sola madre ad avere un figlio così. Altri bambini erano come il mio,
In quella occasione mi resi conto di una cosa che modificò profondamente la mia vita.
Malgrado il dolore ci rendemmo conto unitamente a mio marito che tanti genitori soffrivano più di noi, e sentivamo forte il desiderio di aiutarli, amarli, comprenderli nel loro dolore.

Tornammo con un cuore pieno di speranza, di forza, ma quel che più conta, di volontà: volontà di amare i nostri amici con un profondo sentimento di comprensione.
Non credo al miracolo, ma Lourdes ha modificato il mio cuore.
E adesso il telefono suona, gente bussa alla porta… Sabato facciamo merenda cen alcuni amici, ma dobbiano fare presto perchè domenica ci aspettano gli altri…
Si! Tutto questo che dico è vero, è sinceramente vero da quando ci siamo reciprocamente detti di non essere soli.

Le gioie e i dispiaceri di una famiglia diventano di tutti; siamo una comunità “aperta” e la gente ci guarda Forse di meraviglia di questa nostra apertura e ancora più di apprezza.
Il dolore è portato non con fierezza, ma con accettazione. Abbiamo detto alla gente che ci sono anche i nostri figli.

Continuate a dirlo…

Da Messaggero, Aprile 1971
Per le prima volta in occasione della Pasqua 1971, Lourdes è stata mèta di un pellegrineaggio senza precedenti: quattromila ritardati mentali, provenienti da 24 Paesi e accompagnati da ottomila tra genitori e insegnanti. La maggior parte dei sub-normali sono cattolici. Alcuni possono camminare e parlare. Altri vengono spinti su sedie a rotelle o trasportati in barella fino alla Basilica e alla Grotta».
C’è una grande calma e un silenzio quasi assoluto…

Il pellegrinaggio denominato “Fede e Luce” è stato organizzato da Jean Vanier, figlio dell’ex governatore generale del Canada. Per lui i sub-normalî rappresentano una continua lezione di umiltà e di innocenza.

“Il miracolo in cui speriamo – dice Jean Vanier – e che la gente normale impari dalle sofferenze di questi ragazzi. Li abbiamo radunati qui per dimostrare che sono persone capaci di amicizia, che hanno diritto a scuole buone e a un buon trattamento. Si trascinano dietro sofferenze e umiliazioni. Eppure essi conoscono la vera gioia e possono insegnaci come sperimentarla ancora.
Non chiedono mai nulla e apprezzano le attenzioni anche più modeste.”

Dalla stampa

da “Citta nuova”
Come già a Lourdes, anche a Roma in ottobre migliaia di handicappati, con parenti e amici del Movimento “Fede e Luce”, guidati da Jean Vanier, daranno una forte testimonianza di nuovi rapporti fra gli uomini, dove, nella fraternità più vera e profonda, chi era emarginato diventa parte attiva e importante nella realtà sociale, alla pari con tutti.

da “SE VUOI”(rivista di orientamento)
L’adesione delle famiglie a questa iniziativa di Jean Vanier, mostra quanto essa risponda veramente ad un bisogno attuale dei genitori degli handicappati, lasciati sino ad ora soli nella loro sofferenza…
Si potrebbere citare molti esempi ma il fatto più significativo è il numero sempre crescente dei partecipanti agli incontri di Fede e Luce.
Cos’è che attira tutti questi genitori, giovani, bambini? Il rispetto della sofferenza di ciascuno, l’amicizia sincera che unisce cli vni agli altri, il sorriso che illumina il volto degli handicappati conquistando tutti irresistibilmente.

da “La Rocca”
Siamo convinti che ogni persona, “ferita” nel corpo, o nel cuore, o nello spirito è in cammino verso un Dio che le darà la sua piena integrità e molto di più, “me non è ancora stato manifestato”.
…Siamo convinti che Dio vuol servirsi ancora oggi del corpo di Cristo; Eucarestia e Chiesa, per manifestare in modo privilegiato la sua presenza ad ogni persona e specialmente a quelli che somigliano di più agli uomini “poveri” che Cristo ha incontrato.
…Siamo convinti che essere cri stiani non consiste nel dire delle belle parole, ma nell’entrare nel movimento di libertà ed amore inaugurato da Cristo, ciò che suppone delle azioni concrete.

da “Famiglia Cristiana

…Tutti abbiamo bisogno di cercare la luce, e questa luce la vedremo sul sorriso di gioia dei nostri giovani che, per le realtà spirituali, sono sensibilissimi.
…Forse ci saranno critiche e ineredulità, a proposito di questo pellegrinaggio. Non dobbiamo meravigliarci, perchè anche nel Vangelo leggiamo che tutti non capirono l’atteggiamento del Signore.
Egli infatti scelse il debole: invitò alle nozze i poveri, i deboli, gli esclusi… Ma Dio faccia capire anche a loro il messag gio di “Fede e Luce”!
Noi ci crediamo, e per questo andiamo a Roma.
Vivremo là tre giornate insieme agli amici del mondo intero…

Nota della redazione
Roma, certo, non è Lourdes… e sarà più difficile trovare un clima di calma, di silenzio e di preghiera.
Ma come a Lourdes, anche a Roma ci raduneremo per dimostrare che i nostri ragazzi sanno apprezzare l’amicizia, la gioia, le cose belle.
A Roma c’è il Papa, che in nome di Gesù ci dirà ancora una volta: “Lasciate che i piccoli vengano a me”.

A Roma, tra migliaia e migliaia di pellegrini, ci saremo anche noi…

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.6, 1975

Testimonianze dal pellegrinaggio di Lourdes 1971 ultima modifica: 1975-07-03T10:50:34+00:00 da Redazione

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