Alla fine di questa lettura, cerchiamo di fare un pò di silenzio dentro di noi per immaginare le parole che avrebbero voluto scrivere tutti quelli che non sanno parlare o scrivere. I più poveri fra di noi ma di gran lunga i più importanti, perché ci insegnano, con il loro silenzio misterioso, a penetrare nel mistero di Dio.

Mi è piaciuto: i canti accompagnati dal battito dellem ani perché lo sapevo fare anche io (Vercelli)

Avrei gradito poter aiut re di più le persone incontrate che non potevano fare da sole. (Verrcelli)

Mi è rimasto il desiderio che si facciano ancora di questi incontri. (Vercelli)

Per me il momento più importante è stato quello di stare con gli amici spastici di Brescia. (Vercelli)

Io spero di sentirci ed essere guardato come tutti i ragazzi della mia età. (Vercelli)

Mi è rimasta una grande gioia perchè mi è apparso di essere un bambino come tanti altri. (Vercelli)

Spero di continuare a civere le realtà in*raviste di cieli e terra nuova facendo partecipi tutti coloro che incontrerò della gioia che il Signore ha messo nel mio cuore. Sono felice di vivere con l’handicap dono di Dio. Alleluja. (Parma)

Le mie speranze sono di mettere in atto nella vita di tutti i giorni i sentimenti coltivati nel periodo del nostro incontro. (Parma)

Avrei gradito che si fosse parlato più a lungo della spiritualità del movimento e fossero meglio illustrate le finalità. (Parma)

Il momento più importante per me è stato l’incontro con il Santo Padre in S. Pietro. Specialmente quando ha abbracciato con tanto amore il bambino malato, perché in quel momento ho sentito che il Papa abbracciava anche me, e che mi dimostrava, tramite il suo gesto, tutto l’amore che il Cristo ha per i malati e per gli handicappati. (Torino)

Il momento più importante: l’avvicinamento con i Belgi. (Parma)

Vorrei poterci incontrare ancora ede essere io stessa portatrice di Luce. (Parma)

Vorrei portare avanti questa esperienza allargandola a tanti nostri fratelli che non hanno avuto questa gioia dell’incontro con la luce e la fede. (Parma)

Ho conosciuto ragazzi di tutto il mondo. Vorrei partecipare di nuovo (Salerno)

Nella piazza nonostante ci fosse tanta gente c’è stato un religioso silenzio mentre il Papa benediva tutti noi. (Salerno)

Mi sono sentito felice di essere tutti insieme a tanti amici sconosciuti. (Salerno)

Di questo incontro mi è rimasto in particolare una cara amica: Suor Damiana. (Salerno)

Desidero avere tanti amici. (Salerno)

Mi ha commosso tanto un ragazzo che mi ha regalato un cartoncino di Canadà. (Roma)

Mi è piaciuto di più il Papa e i balli. (Roma)

Avrei gradito che fossero rimasti. (Roma)

Io spero di essere accettato, fare tante feste. Voglio tante riunioni. (Roma)

Genitori

La gioia che c’era in questo lo ha mezzo a tanta tristezza. (Abano)

Le mie impressioni sono ottime: vedevo il bambino gioire e contento (Vercelli)

Avrei gradito più incontri fra i genitori ed educatori per studiare meglio i gravi problemi dell’handicappato. (Cuneo)

Ho provato una cosa che non è possibile descrivere a parole. Rifarei questo pellegrinaggio ugule in tutto. (Parma)

Non ho mai vissuto momenti così intensi di gioia e di fraternità nonostante la paura di perdermi. (Parma)

Mio figlio Alessandro, per quattro meravigliosi giorni (ha fatto per la prima volta la Santa Comunione!) non è stato solo e questo lo ha sentito benissimo. (Roma)

Mio figlio era felice! (Roma)

Mi è rimasto di questo incontro la conferma della validità del movimento e l’apertura di amicizia con tanti fratelli. (Roma)

Ho viisto ciò che in vita mia non avevo mai visto. (Roma)

Spero che si rimanga sempre insieme con lo stesso spirito del pellegrinaggio. (Roma)

Mia figia è stata entusiasta dell’incontro. Ha conosciuto molte persone che non dimenticherà facilmente. (Roma)

Avrei gradito che il Papa si fosse fermato un po’ di più con i ragazzi venuti da tanto lontano per vederlo. (Roma)

Tutti i momenti furono importanti, specialmente gl incontri con il Papa perché la Chiesa ha dato ufficialmente un riconoscimento alla categoria di persone meno considerate. (Vercelli)

Spero che la gente conosca il proprio dovere di aiutare queste persone, (Gattinara)

Il pellegrinaggio per me è stato il primo; vorrei che ce ne fosse almeno uno al mese. Se mi fosse possibile vivrei sempre con queste persone e vorrei che anche gli altri scoprissero il loro valore. (Vercelli)

Vorrei continuare il rapporto con queste persone sempre più vero e poter creare una famiglia pienamente umana.(Parma)

Mi è rimasta la certezza che l’uomo è una persona al di là dell’aspetto esteriore (malato o no) e Cristo l’unica persona che ci prende tutti sul serio. (Bologna)

Spero di saper dare agli altri la serenità e la gioia che ho avuto io. (Piacenza)

Tutto era al “più”. Ogni incontro nel suo genere è riuscito perfetto. Certo il momento più vibrante l’ho avuto al discorso comosso del Papa (Brescia)

Mi è rimasto impressa la fede dei genitori che accompagnavano i bambini nelle carrozzelle, con tanto amore. (Fossano)

Vivido mi rimane il ricordo della funzione di chiusura. Ho visto altri incontri, certamente più grandi, ma mai una funzione tanto affascinante, fraterna, entusiasmante, nuova, ove tutti erano davvero fratelli e sorelle. (Alessandria)

Il momento più importante: l’Eucarestia celebrata in S. Paalo fuori le mura che è stata per me il culmine dell’amore e della fratellanza. (Cuneo) :

Mi è rimasto un rinnovato amore e desiderio di continuare a lavorare e vivere con i bambini handicappati e vivere in amicizia con le loro famiglie. (Cuneo)

Ho sentito con profondità mai avvertita prima, la mia fratellanza verso qualsiasi essene umano e la luminosa realtà della Chiesa di Cristo nel mondo.
La mia speranza è che si realizzi quello che Jean Vanier, con la sua opera e i suoi scritti vuole realizzare. Chi riesce a conoscere il problema nella giusta luce non può non essere coinvolto in un impegno diretto ed apportare il proprio contributo. È importante sensibilizzare al massimo l’opinione pubblica su questo problema. (Andora, SV)

Avrei voluto meno preghiere e più problemi sociali. Ho constatato che il mondo degli handicappati è una realtà importante e vasta e bisogna allargare il problema a tutta la società che si dimostra, anche purtroppo con i religiosi, insensibile a questi gravi e importanti problemi.

Tuttto è stato importante perché ho visto vivere e ho vissuto con gli altri fratelli come in cielo, cioè la vita come sarebbe stata senza il peccato, l’egoismo, il potere, la idolatria. La grande festa dell’incontro con il Padre e i fratelli. (Parma)

Il mio ragazzo è un caratteriale ed ha trovato parecchi amici impediti fisicamente i quali hanno compreso quanta sofferenza è nel suo disadattamento. Egli ne è rimasto entusiasta e con questi amici ha trovato nuove giuste ragioni di vita. (Salerno)

Sono stato molto contento dei giorni passati a Roma; ho scoperto molte cose che mi hanno fatto riflettere. Io della Chiesa-istituzione mi ero fatto un’idea sbagliata. Me ne sono accorto quando ho visto in S. Pietro la funzione, quando il Papa abbracciava i bimbi e i grandi, sani e infermi senza distinzione. Io ero abituato a vedere che pochi preti e religiosi si interessano di malati, bisognosi, handicappati (questa parola non mi piace per niente ma non ne conosco altre per farmi capire) allora avevo perso un po’ di fiducia verso la gerarchia ecclesiastica. Mi sono accorto a Roma che non devo vedere nero nella Chiesa dopo quello che ho visto in quei giorni durante le funzioni e gli incontri.

La funzione in S.Paolo Fuori le Mura mi ha convinto ancora di più che la Chiesa siamo noi tutti insieme quando siamo nella gioia perché è Gesù che ci vuole nella gioia. E Roma me l’ha fatto capire. (Roma)

Mio fratello e i bambini che erano con noi erano felici e forse per la prima volta hanno vissuto veramente. (Roma)

Dapprima ho avuto un senso di sbandamento: non avevo mai visto tanta sofferenza e tanta gioia insieme. (Roma)

Ho provato un senso di uniltà e di consapevolezza di aver bisogno degli altri. Ho visto le persone veramente felici; si era traspotati a fare tanto cose che non faresti perché ti sembrano stupide: battere le mani, cantare, fare girotondo… (Roma)

Mi è rimasto un cambiamento personale di atteggiamento nei confronti dei ritardati mentali e l’accettazione del loro ruolo nella Chiesa fra noi. (Roma)

Vorrei che anche da noi si costruisse una casa dove vivere con i nostri ragazzi per trovarsi, crescere insieme.

Ho vissuto momenti di intimità profonda con alcuni ragazzi handicappati. (Roma)

Due bambini: Avrei voluto che tutti fossero venuti! A me è piaciuto soprattutto nei momenti di silenzio, quando abbiamo detto “tenebre”, insomma quando abbiamo pensato cose che non abbiamo mai provato.

Chiudiamo questo lungo elenco con la frase di speranza che Maria Camorali (di Parma) ci ha mandato come saluto e incoraggiamento prima di salire in cielo, poco dopo il pellegrinaggio.
Ci uniamo tutti fraternamente al dolore della sua mamma.

Ho la speranza che tutti continuino ad essere uniti, comunicare con altri, per poter continuare a camminare su questa strada di Fede e Luce”

Questo articolo è tratto da:
Insieme n.7, 1975

Ricordi e speranze dai questionari sul pellegrinaggio a Roma del 1975 ultima modifica: 1975-12-03T13:50:34+00:00 da Redazione

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