A ottobre 2013, la comunità di S. Gregorio di Fede e Luce di Roma ha deciso di mettere in scena la favola di Pinocchio invitando a partecipare anche Nella e Daniele della comunità di S. Silvia. Così è iniziata la bella avventura che ci ha portato fino in Puglia. Le prove si sono svolte con regolarità nei fine settimana per permettere a tutti di portare avanti gli impegni lavorativi.

Ogni incontro si è svolto in un clima gioioso e, nonostante qualche difficoltà, tutti hanno imparato le battute calandosi nel proprio ruolo e diventando sempre più sicuri; tutti hanno contribuito alla realizzazione dell’opera curando nei minimi particolari la scenografia, le musiche, i balletti, i costumi coinvolgendo anche i più giovani.

Finalmente dopo mesi di prove è arrivato, a marzo 2014, il momento del debutto: tanta eccitazione e pubblicità su facebook, con locandine e telefonate agli amici. Grande è stato il successo della nostra compagnia: l’eco dei complimenti si è diffuso arrivando, appunto, fino in Puglia!

“Al centro di una comunità Fede e Luce ci sono persone affette da un handicap mentale, i loro genitori e gli amici, che vivono l’esperienza di una comunità di incontro dove queste tre componenti stringono fra loro legami di amicizia fedele”.(Charta di Fede e Luce)

L’amicizia trova modo di approfondirsi quando si prende del tempo per stare insieme, uniti in attività che nutrono l’amicizia stessa. Con l’esperienza di Teatro Integrato abbiamo vissuto il tempo della fedeltà intorno e su un palcoscenico, in compagnia del burattino che ha penato un po’ prima di imparare cosa significasse essere uomo…

Fedeltà all’amicizia che, nel cammino di Fede e Luce, ormai da 40 anni in Italia, cerchiamo di realizzare intorno alla presenza di chi è più fragile ma anche di quel che è più fragile in noi, nessuno escluso.

Pinocchio è diventato il nostro compagno per molti sabato pomeriggio, davanti ad un tè e una piccola merenda. Complici alcuni amici e ragazzi, ben determinati a “giocare a fare le cose sul serio”, abbiamo scelto il teatro, un modo attraverso cui tutti potessero dare il proprio indispensabile contributo, alla pari. Abbiamo letto la storia del burattino, scelto i personaggi, immaginato i costumi, i suoni, le luci, scritto un copione… riscritto e riscritto ancora… per cercare sempre la migliore soluzione affinché ognuno, dai 5 ai 70 anni, potesse essere in grado di dare il meglio di sé e vivere la magia del teatro integrato!

Ma le cose stavolta si sono fatte più serie… e se in altre occasioni ci siamo fermati a portare i nostri spettacoli in parrocchia o in una festa delle comunità Fede e Luce di Roma, con “Insieme per Pinocchio”, abbiamo vissuto l’ebbrezza di una tourneè in Puglia. Con la mitica bocca della balena, il camino, il letto di Pinocchio e tanto altro, siamo partiti e siamo stati accolti con molto affetto da don Vito Palmisano e dalla comunità Mano nella mano di Fasano nel teatro parrocchiale. L’idea era nata sognando di poter fare una sorta di gemellaggio tra le nostre comunità di cui fa parte Marcella, un’amica pugliese in trasferta lavorativa a Roma e sperimentando da subito quanto la famiglia Fede e Luce sia in grado di aiutarsi e risolvere gli immancabili imprevisti, anche a distanza.

I ragazzi hanno affrontato senza problemi un teatro che non era il “loro”, mantenendo comunque la sintonia e la spontaneità, avendo acquisito maggior consapevolezza della storia. Senza troppi rimpianti per non aver visitato un posto nuovo, con gioia si sono dedicati all’obiettivo principale, hanno vissuto l’esperienza come un dono a persone che, seppur sconosciute alla maggioranza, hanno sentito vicine, come amici da sempre.

Cosa ci ha insegnato il teatro? Non si arriva al risultato da soli, ma insieme, donando ognuno il proprio contributo, davanti e dietro le quinte, condividendo la stanchezza di un’intera giornata per la buona riuscita dello spettacolo ed accogliendo qualche imprecisione, dovuta anche all’emozione per un teatro ancora una volta pieno! Emozione che ha portato non solo alla commozione, alle lacrime, ma soprattutto ad un’empatia con il pubblico tale che gli attori si sono divertiti a regalare personaggi a volte inaspettatamente animati. Un’esperienza forte ed impegnativa molto utile per la crescita dell’autonomia. Per tutti noi della comunità vivere la preparazione dello spettacolo e la tournée, con tutte le difficoltà collegate, ha rafforzato i nostri legami: frequentarci più spesso nel nostro cammino d’amicizia ci ha reso sicuramente più famiglia.

Soddisfatti di quest’esperienza, già durante il viaggio di ritorno non vedevamo l’ora di ripeterla altrove… e così quell’armonia sperimentata e la gioia di condividere anche insieme ad altri quanto il teatro possa essere strumento di crescita e d’integrazione, ci hanno portato a replicare ancora. Durante l’inverno successivo abbiamo continuato la nostra tournée in altre parrocchie di Roma: a novembre 2014, nella parrocchia S.Giovanni de la Salle (al Torrino) ed a marzo 2015 a S.Chiara.

Non sarà stato certo uno spettacolo di grandi professionisti… ma Daniele/Pinocchio, Massimiliano/Geppetto, Laura/la Fata… e gli altri, l’elenco è davvero troppo lungo…- chi in scena, chi dietro le quinte – tutti noi siamo entusiasti di raccontare quali meravigliosi e luminosi fili si sono intessuti tra le nostre vite: per continuare a imparare, come quel burattino faticosamente e piano piano, ad essere davvero uomini.

Alessandra Ruggeri e Titti Cogliandro, 2015

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.130

Pinocchio, teatro integrato ma non solo ultima modifica: 2015-03-19T12:30:53+00:00 da Redazione

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