La mamma parla con le amiche delle vacanze: ci vorrebbe un posto nuovo per le bambine, dice, un posto che le possa incuriosire, in cui riposarsi imparando però qualcosa. Viola fa un balzo, come sempre è prontissima: “il Messico, mamma! È perfetto per noi, è perfetto per Mimosa!”. Alla mamma che la guarda allibita, Viola allunga un ritaglio di giornale.

“Disprezzati e molto spesso segregati in casa – legge la mamma ad alta voce – centinaia di bambini e adolescenti maya con disabilità hanno però uno strumento per superare la discriminazione e potenziare la loro creatività attraverso l’arte.

Grazie a un gruppo di artisti, medici e pedagoghi, infatti, 120 piccoli disabili dello Yucatan sono rientrati in un progetto che li motiva a scoprire la loro sensibilità creativa e a utilizzare l’arte come strumento di espressione. Musica, arti plastiche, danza, drammaturgia e letteratura possono essere infatti il mezzo attraverso cui far raggiungere progressi al bambino o al giovane. La prima parte del programma consiste nell’individuare le persone disabili nei vari distretti municipali.

La seconda prevede l’avvio dei laboratori, dopo aver capito quali siano per ciascuno le espressioni artistiche più congeniali. Il terzo passo, infine, cerca di far sì che tutto ciò rappresenti una via per interagire con il resto della popolazione, rendendo le discipline artistiche opportunità di comunicazione e di sviluppo personale.

Attualmente i 120 piccoli maya appartengono a tre comunità ma è previsto che, entro il 2014, il programma dei laboratori – totalmente gratuiti – si estenda anche ad altre aumentando così il numero dei partecipanti”.

Se il Messico è troppo lontano – rilancia Viola – potremmo andare a Rimini: “Sai che quanto a spiagge attrezzate per i disabili, è all’avanguardia in Europa?”. Oltre che filodiffusione, wi-fi gratuito, parco giochi e animazione per bambini, lettini di varie dimensioni, c’è qualcosa di più: sedie a ruote speciali per entrare in acqua, lettini rialzati e pedane tattili per i ciechi.

È il Bagno 27 di Marina Centro, lo stabilimento balneare che Walter e Stefano Mazzotti, padre e figlio, gestiscono dal 1995, dopo una vita trascorsa a vendere macchine da cucire e filati. Il bagno 27 è stato il primo a puntare sul turismo accessibile. La novità di quest’anno poi è un progetto pilota per l’assunzione di ragazzi con autismo anche in altri stabilimenti balneari.

“Rimini non è solo sinonimo di divertimento e locali notturni”, chiosa Viola. La mamma ha un debole per la piadina e il gelato: se non sarà il Messico, per questa estate 2014 sarà almeno Rimini.

Giulia Galeotti, 2014

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.126

Viola e il Messico ultima modifica: 2014-06-29T09:20:35+00:00 da Giulia Galeotti

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