La cronaca incontra il romanzo e la scuola italiana, nella condizione di frontiera in cui si trova, prende qui profonda forma, solleva interrogativi e descrive sentimenti dolorosi e realtà difficili da gestire. Emma, un’insegnante di sostegno di Napoli riceve l’incarico per una supplenza in un liceo artistico di Torino e pur di non perdere l’occasione di lavorare, lascia la sua città e vi si trasferisce in poche ore.

A Torino incontra colleghi scettici per la sua provenienza e delusi perché donna; nella sua testa riecheggiano imperiosi gli insegnamenti ricevuti durante la specializzazione che la indirizzano sulle azioni da compiere con i suoi allievi problematici… almeno fino a che non incontra Andrea, un ragazzo autistico con caratteri psicotici, che la mette presto in crisi e la costringe a rivedere le sue certezze.

Il romanzo ben fotografa la realtà difficile e preziosa dell’integrazione scolastica: la preparazione dell’insegnante di sostegno, il rapporto con gli insegnanti curricolari, il rapporto con il gruppo classe. Con uno stile attuale, a volte un poco faticoso da seguire, il romanzo contiene molte pagine significative, prive di pietismi o di tentativi di normalizzazione, alcune dedicate con molto rispetto all’esperienza dei genitori e al loro dolore ma anche alla difficoltà della vita e dei sentimenti “precari”.

C.T., 2012

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.117

L’iguana non vuole – Recensione ultima modifica: 2012-03-16T09:37:58+00:00 da Redazione

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