Analisi

Questo libro è il diario di una mamma il cui bambino si presenta come intellettualmente o psichicamente inferiore alla media comune, ma di una “deficienza” a dire il vero, mal precisata.

Siamo informati nei minimi dettagli, del tormento che la venuta e la presenza del bambino causano alla mamma, così come dei problemi che pone in seno alla famiglia. Il padre sembra avere un ruolo molto marginale. Per contro, i fratelli e le sorelle sono presentati come molto collaboranti.

Gli educatori extra-familiari hanno un compito tardivo e d’altra parte, l’allontanamento della famiglia sembra essere stato sempre una cosa molto difficile.

Finalmente, il ragazzo in questione trova, in un ambiente protetto, una semi soluzione il cui bilancio appare positivo.

Anche il problema dell’educazione religiosa è positivamente evocato.

Valutazione

Positivo e incoraggiante nel suo insieme, questo lavoro è una testimonianza che, nella sua semplicità, non è senza interesse per chiunque voglia cercare di capire certe mamme di bambini disadattati. Le tendenze che si rivelano sono abbastanza caratteristiche e i genitori vi troveranno quel genere di difficoltà che costituisce sempre un rischio.

Il pericolo di centrare tutto sul bambino in questione, ad iniziare dalle preoccupazioni materne, la relativa marginalità del padre, i timori dello scontro con il mondo esterno, sembrano manifestarvisi tipicamente.

Molti dettagli avrebbero potuto essere risparmiati, mentre si sarebbe gradito un maggiore sviluppo di ciò che riguarda la vita religiosa del bambino e di tutto ciò che poteva rivelarci meglio la sua personalità.

Per finire, il titolo, così semplice, illustra la sostanza del libro: un dialogo tra madre e figlio.


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Questo articolo è tratto da:
Insieme n.12, 1977

Mio figlio Emanuele, la straordinaria esperienza di una madre – Recensione ultima modifica: 1977-03-20T09:10:34+00:00 da Redazione

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