Abbiamo già dettto che questo bollettino ha come scopo di mantenere vivi i legami fra noi tutti per divenire, poco alla volta, “insieme” una cosa sola. Questo numero è dedicato in modo particolare ai bambini e ragazzi più diversi, più difficili. Quelli di fronte aiiquali la scienza è più impotente che mai: “non sa neppure dire quale genere di malattia li abbia colpiti; non sa portarvi rimedio, non sa consigliare i genitori. Quelli che i centri speciali fanno fatica ad accettare, quelli che le maestre non sanno da che parte prendete… quelli che all’apparenza sono “normali”; quelli che le femiglie non sanno come fare a seguire, a capire, a educare, spesso a tenere con sè…

Cosa fare allora? Prenderselaon loro? Di che cosa hannoolpa? Arrabbiarsi? Prendersela con Dio? La tentazione è forte.

Il Padre Michel ha cercato di riassumere in una preghiera il dramma che vivono alcuni fra noi. Il loro dramma merita silenzio e non sciocche parole: “non lo sanno educare… non lo hanno accettato… è così perché gliele danno tutte vinte…”.

Certe cose bisogna provarle per capirle. Non lo diremo mai abbastanza! Certe situazioni, bisogna viverle, per poter dare consigli o consolazioni.

Cosa fare allora?

Quello che cerco di proporre in queste righe sembrerà poca cosa, e, come al solito, mi si dirà: perché lo Stato non ci pensa?
Non ho intenzione di curarmi delle possibili critiche che ci verranno mosse. Del resto, le critiche e le obiezioni costruttive saranno le benvenute.

Qualche gesto di “carità'” vera

Io chiedo, a nome di alcuni genitori che vogliono bene al loro figliolo, qualche gesto di “carità” vera. Non ho paura di parlare così chiaro: la vera carità è mossa da autentico amore, da comprensione profonda, da senso di responsabilità e di solidarietà.

Chi vorrà capire, capirà: bisognerebbe che qualche persona, meglio se un po’ preparata, si facesse avanti per offrire qualche pomeriggio, o mattinata, per cercare di occupare questi ragazzi. Si tratterà per alcuni di cominciare a entrare in comunicazione, amandoli, offrendo tutte le capacità di pazienza, di ascolto possibili. Poi, forse, di portarli a giocare, di far fare loro un po’ di ginnastica, di portarli a fare una passeggiata, di giocare come loro vogliono, non come vogliamo noi. Di saper entrare con semplicità nella “musica del loro essere” come dice Jean Vanier.

Non è cosa facile, lo so. Ma so anche che parlare di amicizia, di amore cristiano, di bontà di Dio che ci ama, a volte fa male se non sappiamo noi, fratelli, dimostrare con i fatti che quello che predichiamo è Vero, che il Vangelo che sbanderiamo come buona novella, deve essere più vissuto, se non vogliamo che i più bisognosi non ci credano di più.

Mariangela Bertolini, 1976


Una preghiera di Michel Charpentier

Ah, se tu aprissi i cieli e discendessi! – Isaia 63, 19

Questo grido del profeta
quanto somiglia, o Dio, al grido del mio cuore…

Parché non intervieni, Signore?
Perché questo silenzio? Perché questa assenza?
Non potresti ferse fare uno sforzo.
Non si può nemmeno contare su di te!

Perché non raddrizzi questo corpo storto?
Perché non ripari questa mente ammalata?
Perché lasci soffrire e morire i tuoi amici?

A che servi ?…

Dài, Signore, rispondi! Fà qualcosa!
Arrabbiati almeno! Ma intervieni!

Ma Gesù non rispose affatto – Lc. 23,9 – Mc. 15,5

Perdona! O Dio: Io assomiglio a Satana che vuol utilizzarti e chiede un miracolo.
Mt 4,1/11

Perdona! O Dio : Io assomiglio a Erode che vuol farti obbedire.
Lc. 23,6/12

Perdona! 0 Dio : Io assomiglio a quelli che non avevano capito niente e divevano: “scenda ora dalla croce!”
Mc. 15,32

Perdona! 0 Dio :: Io assomiglio’ a Giobbe che disputa con te.
Ma come lui, alla fine, voglio dire:
“Ecco, meschino son io…
Gb 40,4/5

Mi pongo la mano sulla bocca!
Una volta ho parlato…
Ma non continuerò!
Così ho parlato, senza discernimento
di cose troppo mirabili per me,
senza che le capissi.”
Gb 40,4/5

O Dio, io volevo COMUNICAZIONE
Tu mi offri COMUNIONE

Michel Charpentier, 1976

Mariangela Bertolini

Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.

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Questo articolo è tratto da:
Insieme n.8, 1976

I più difficili ultima modifica: 1976-02-20T10:15:34+00:00 da Mariangela Bertolini

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