Il giardino che nessuno sa

di Antonietta Pantone

La mia esperienza con il taxi sociale a Roma

5 Lug 2023 | Il giardino che nessuno sa | 0 commenti

Buongiorno a tutti. Vi avevo promesso che vi avrei parlato del taxi sociale ed eccomi qua. Prima di parlarvi di come funziona voglio ringraziare Vittorio Scelzo che ha parlato del taxi sociale a Giulia Cirillo che a sua volta mi ha girato l’informazione. Detto ciò, allora in cosa consiste?

La pratica per il taxi inizia andando allo sportello di Roma Mobilità e presentando la domanda (con allegati l’ISEE, la 104, il verbale, il cartellino, il certificato di residenza e lo stato di famiglia). Si può consegnare a mano o via pec, però via pec ho riscontrato dei problemi quindi la domanda l’ho consegnata a mano alla fine. Tutto il materiale va messo in una busta chiusa con sopra l’indirizzo che trovate nell’ultima pagina della domanda. In seguito sono dovuta andare a fare un’integrazione perché ho avuto dei problemi con il cartellino della macchina. Detto questo, a livello burocratico vi dico pure che è meglio prepararsi per bene perché questa domanda va fatta ogni tre anni.

Quando io ho preso il taxi per la prima volta mi sono sentita libera come una farfalla perché per la prima volta non dipendevo da nessuno. Anche se fortunatamente ho degli amici che quando sono in difficoltà mi vengono in soccorso, se parliamo a livello psicologico mi sono sentita libera per la prima volta di fare delle cose che io in primis non ho mai fatto e quindi, ripeto, mi sono sentita libera proprio come una farfalla! Non mi pareva vero perché di solito io uscivo sempre con mamma o con degli amici, quindi non mi ero mai allontanata da casa con un altro mezzo.

Ma come funziona all’atto pratico il taxi sociale? Una volta accettata la domanda, tramite mail ci mandano un codice e ci viene detto di scaricare l’app che si chiama STID. Nel nostro profilo ci viene dato un credito della durata di tre mesi che in caso non andasse consumato va perduto. Il primo giorno del quarto mese, qualsiasi sia il credito residuo, si azzera e si ricarica completamente. Ad esempio il 1.º gennaio mi hanno caricato gennaio, febbraio e marzo; il 1° aprile mi hanno caricato aprile, maggio e giugno e così via…

Quando si chiamano i taxi devi specificare che vuoi un taxi sociale perché se tu dici  solamente “ho bisogno di un taxi” è capace che ti arriva il taxi normale, che non puoi pagare con l’app. Di solito sono tutti gentili, per carità. Almeno fino a poco tempo fa pensavo che era così. Poi però è successo che l’ultimo giorno di marzo ho chiamato un taxi e non è stato molto gentile. Non entro nei particolari perché non mi va di fare polemica però non è stato molto gentile nei miei confronti (infatti manderò una mail di reclamo a Roma Mobilità).

L’altro giorno invece sono tornata a Roma e abbiamo scoperto una cosa che a me e mia sorella non era molto chiara: praticamente il Comune dice che per garantire il servizio dobbiamo prenotare i taxi con molto anticipo per via della scarsa disponibilità (soprattutto, ad esempio, nei festivi), però delle tre cooperative partecipanti, non sempre le prenotazioni sono accettate e quindi dobbiamo chiamare sul momento… rischiando di rimanere a piedi! I taxi sociali si possono distinguere perché dentro la macchina hanno un tablet con, ovviamente, installato STID. Attenzione però: quando si avvia STID meglio calcolarsi prima la distanza, perché spesso fanno i furbi, avviano in anticipo l’app e si prendono un po’ di più del loro compenso.

Detto questo sono tornata a Roma con il treno (storia che vi racconterò nella prossima puntata) e una volta arrivate a Termini abbiamo chiamato un taxi e ci è stato detto che i taxi sociali lì non si possono fermare. Cosa strana perché nel nostro contratto ci è stato detto che il taxi non può uscire fuori dal comune però ci può recuperare ovunque dentro Roma. Fortunatamente c’era mia mamma e mia sorella, ma se io per caso prendo il treno da sola e mi serve un taxi, e sono convinta che mi vengano a prendere e non è così… Beh, che faccio? Rimango lì?

Il servizio è comodissimo, per carità, però vi lascio immaginare quanto bisogna stare attenti in certi casi. Alla fine per tornare a casa abbiamo chiamato il 3570 (la cooperativa di taxi che dispone di una vettura apposita per le persone su sedia a rotelle) e ci ha fatto il servizio. L’autista ci stava raccontando che fino a pochi anni fa facevano anche loro il taxi sociale, però il Comune ha fatto un bando per tutti e quindi sono entrate queste tre cooperative. Loro adesso hanno questi pulmini adatti per noi, però non usufruiscono del servizio sociale perché gli è stato tolto questo appalto. Per oggi è tutto, alla prossima.

La mia esperienza con il taxi sociale a Roma ultima modifica: 2023-07-05T12:27:13+00:00 da Antonietta Pantone
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