Senza Filtro

di Giovanni Grossi

Il calcio spiegato da me

23 Ago 2023 | Senza Filtro | 0 commenti

Quando le persone vogliono partecipare a una partita di calcio, si dispongono in un certo modo. Il portiere quando vede un calciatore avversario deve parare e fare in modo che la palla vada fuori dallo specchio della porta altrimenti fa gol. Se il portiere è inesperto e ha paura, non deve stare in quella postazione, non deve farsi trovare impreparato. Se invece non hai i movimenti e non sai buttarti o slanciarti, non devi stare all’interno della rete. A fianco c’è li difensore o stopper. Poi in mezzo ci sono altri: l’ala, il mediano e, più al centro, quello più attivo è il centrocampista che è colui che va all’attacco e trascina la squadra verso la squadra avversaria. Io, che sono abituato a usare le gambe per correre, camminare come facciamo tutti, si prevede che l’avversario non scopra che intenzioni hai, tipo di passare in un certo punto, dove non è prevedibile il tiro. Il colpo di testa viene usato da chi lo sa dare, io invece non lo faccio perché sono mezzo cieco e mi sforzo a guardare da ogni parte, impazzendo per ognuno che passa la palla al vicino. Io so di non essere un calciatore, è da anni che non faccio questo sport, gioco solo quando c’è l’occasione: la cosa per me importante per il calcio è il pubblico, che canta, che fa la ola, che si infervora per un gol. Il tifo per una partita dà rilievo ai calciatori, che non devono deludere chi vuole che vincano. Io sono tifoso per modo di dire, per me una squadra vale l’altra, non disprezzo chi tiene a un certo colore: laziale mai, romanista esserlo per far colpo. Se per caso giocassi con Totti, saprei già dal principio che lui sa tenere testa a tutti essendo una guida; avendo come idea, adesso passo la palla a lui, quando vado verso l’azione do la palla a chi è più vicino. Io il calcio lo trovo un bello sport, so che anche le donne ci giocano. Una partita di calcio deve essere all’altezza delle aspettative del pubblico, che pensa a che risultato dare, il voto per il migliore in campo (sono cose che ho sentito dire dal ct). Io se ci riesco a trovare un mio spazio vitale, lo trovo, non mi importa con chi sto vicino, è importante che non mi faccia il muso, o che pensi “sono io il migliore”. Io so che il calcio è internazionale. Per me se una partita va 0 a 0, non è il caso di giocare per niente.

Il calcio spiegato da me ultima modifica: 2023-08-23T11:48:36+00:00 da Giovanni Grossi
NasoMano

di Arianna Giuliano

Benedetta Ragazza!

di Benedetta Mattei

Senza Filtro

di Giovanni Grossi

Articolo 1

di Efrem Sardella

Il giardino che nessuno sa

di Antonietta Pantone

Il mondo ascoltato da me

di Davide Passeri

Fratelli

di Luciana Spigolon

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Sostieni Ombre e Luci

Se ti piacciono i contenuti che pubblichiamo, aiutaci a mantenerli vivi. Basta un contributo, anche piccolo.

Ogni mese inviamo una newsletter

Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.

Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.

Ti sei iscritto. Grazie e a presto... anzi alla prossima newsletter ;) Se ti va, quando la ricevi, facci sapere che ne pensi. Ci farebbe molto piacere.