Un bambino-ragazzo con handicap mentale può avere il senso del perdono?
Alcuni sacerdoti e certi genitori non sostengono il sacramento della riconciliazione per un bambino con handicap mentale, perché pensano che non capisca. Mi piacerebbe rassicurarli: quel bambino è una persona; così come la dignità non è intaccata dall’handicap, la vita spirituale non è legata al livello di comprensione.
Detto questo oserei dire che le persone che soffrono di un handicap mentale sanno chiedere e ricevere il perdono, meglio di noi. Le persone che accogliamo all’ Arca, corrono per venire a confessarsi. Alcune di loro mi abbracciano dopo aver ricevuto l’assoluzione: capiscono che in quanto prete, rappresento per loro la misericordia di Dio.

Questo senso del perdono è innato?
Si trasmette giorno per giorno. I genitori educano il figlio con handicap a chiedere perdono ad una sorella a cui ha dato noia o a ricevere le scuse di un fratello che lo ha fatto cadere. Non dimentichino, loro stessi, di chiedere perdono al proprio figlio. Prima della confessione i genitori possono parlare un po’ con lui per chiarire insieme alcune cose sia con le parole che attraverso disegni.
All’Arca si preparano gli ospiti con un mimo o con un film…

Ma questi ragazzi peccano? Alcuni di loro non sembrano avere una volontà propria…
Al contrario, questi giovani hanno una volontà inaudita; potrebbero lasciarsi morire, ma loro scelgono di accogliere la vita che hanno ricevuto. Forse alcuni non peccano concretamente. Il sacramento del perdono è fatto perché noi vi depositiamo i nostri peccati, ma il significato profondo della parola “confessione” è il riconoscimento della misericordia di Dio per noi e non la confessione dei peccati. Non si tratta di chiedersi: “Mio figlio pecca?” oppure “ Saprà dire i suoi peccati?” Con il sacramento della riconciliazione è invitato ad accogliere di nuovo la grazia del battesimo, a riscoprire che Egli è il figlio prediletto del Padre. Chi deve lottare per vivere, chi lotta contro la depressione che può invaderlo, come potrebbe non avere bisogno di questa grazia?

Come si confessa un giovane con handicap mentale?
Gli dico come sono felice che sia lì, poi facciamo insieme il segno della croce. Se può parlare lo aiuto a fare l’esame di coscienza parlandogli degli amici, della famiglia… Importa poco che abbia o meno la nozione del passato o del futuro. Dio vive nell’eternità! Se il giovane non parla, chiedo perdono con lui, tenendogli le mani perché sia in comunione con me. Poi dico il Padre Nostro perché da solo non saprà fare la penitenza. Infine pronuncio per intero la formula dell’assoluzione, semplificarla sarebbe infatti come non prenderlo sul serio.

Il ragazzo rischia di prendere il suo handicap come una colpa?
Può sentirsi colpevole di esistere se avverte, per esempio, la sofferenza dei suoi cari. Ma la confessione non può dargli questo sentimento: al contrario lo aiuta a scaricarlo dai sensi di colpa, per mostrargli che il Signore lo ama così com’è e accoglie la sua richiesta di perdono.

Ci si può rivolgere a un sacerdote qualsiasi?
Meglio indirizzarsi a un sacerdote del quale si è sicuri che capirà l’impegno del ragazzo. Detto questo ci sono sempre più sacerdoti che si sentono a loro agio di fronte all’handicap; personalmente all’Arca ne faccio venire sempre di nuovi per dare il sacramento del perdono e questi, quando vedono come gli ospiti vivono questo sacramento, non si pongono più remore.

Le confessioni delle persone con handicap l’hanno cambiata!
Ho capito che potevo confessarmi facilmente, senza torturarmi. Ne parlo con più facilità ai giovani di cui mi occupo. Cerco di dar loro voglia di questo sacramento come ha dimostrato un ragazzo disabile durante un ritiro. E’ venuto a confessarsi, ma non parlava; non sapevo se capiva ciò che gli dicevo, gli ho dato l’assoluzione e se ne è andato facendo il segno V della vittoria. Le persone non handicappate hanno cominciato a venire di corsa. Avevano visto la gioia che procura il perdono!

P. Mahéas, 2012

Tratto da Ombres et Lumiére n. 183

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.117

Riscoprire la grazia della confessione ultima modifica: 2012-03-16T09:58:58+00:00 da Père Christian Mahéas

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