«Flavia, perché non vieni anche tu alla marcia di Assisi?» «Fra Paolo, ma stai scherzando???». Flavia Messina potrebbe aver risposto in maniera decisamente più colorita ma il senso era quello. Ce lo raccontava in una delle testimonianze che hanno arricchito le tre giornate estive verso Assisi insieme alla preghiera, alle meditazioni (fatte anche con segni molto concreti) alle quali ogni giorno siamo stati invitati all’inizio e al termine della tappa del pellegrinaggio. Flavia ricordava come si fosse trovata a seguire alcune catechesi e avesse fatto amicizia con fra Paolo Bergamaschi. Il quale, vista l’età e il carattere, non aveva esitato a invitarla per quella che da più di quarant’anni è un’occasione per tanti giovani tra i 18 e i 35 anni di arrivare nella cittadina umbra per il 2 agosto, ricorrenza della festa del Perdono di Assisi.

Il Perdono di Assisi ha una storia davvero lontana: Francesco lo ottenne nel 1216 da Onorio III. Questa possibilità, si racconta, si realizzò grazie a una preghiera del santo nella quale chiedeva al Redentore di poter salvare anime attraverso la visita alla piccola chiesa da lui tanto amata. Quando fu di fronte al pontefice, Francesco spiegò la richiesta e il papa chiese «Per quanti anni?». «Anime, non anni», fu la risposta. Continuiamo così a poter godere del privilegio ogni 2 agosto, giorno in cui il Poverello annunciò alla folla che si era radunata difronte alla cappella da poco riparata che chiunque, «con buona disposizione di cuore e pentito» si fosse recato pellegrino alla Porziuncola, avrebbe ottenuto l’indulgenza per ogni peccato: voleva proprio tutti in Paradiso.

Quarant’anni fa un altro frate toscano propose ad alcuni confratelli e a un gruppetto di giovani l’esperienza di un corso di esercizi spirituali in un itinerario che si sarebbe concluso alla Porziuncola. Piano piano la tradizione si radicò e, da allora, ogni anno vengono organizzate diverse marce francescane tutte con l’obiettivo di ritrovarsi il 2 agosto per “cercar perdono”. Un vero e proprio pellegrinaggio che ha segnato la vita di tanti giovani, in cui il cammino è la componente fisica di un percorso spirituale e la penitenza della fatica si intreccia alla possibilità di comunione con i fratelli, in una prospettiva pienamente francescana fatta di semplicità, sobrietà, servizio e fraternità gioiosa. Le modalità però, proprio per l’essenzialità della proposta, sono abbastanza impegnative e Flavia, che ha una disabilità che non le consente di camminare a lungo né possibilità di dormire a terra, non aveva mai pensato di potersi aggregare a uno di questi.

La Piccola Marcia è un pellegrinaggio breve e accessibile nei dintorni di Assisi, pensato per persone con disabilità o bisogni di salute particolari.

Quel giorno Flavia aveva quindi concluso che il frate avesse preso un abbaglio. E però… Però non smise di rimuginarci sopra e, all’occasione successiva, propose a Paolo: «Ma allora perché non organizziamo una marcia anche per giovani con disabilità come me?». L’invito non è andato perduto: nell’estate del 2018 venne fatta la prima Piccola Marcia. Un percorso a tappe più brevi nei luoghi francescani meno conosciuti nei dintorni di Assisi, per un periodo di tempo ridotto e con possibilità di sistemazione meno essenziali di quelle previste nelle marce normali, adatto quindi a persone con disabilità di vario genere oppure in condizioni di salute che richiedono attenzioni in più.
Dopo la pausa dovuta al covid l’esperienza è stata ripetuta nelle estati 2023 e 2024, vedendo aumentare sempre più i partecipanti (da circa 30 a 104 dell’ultima edizione). La Piccola Marcia – coerente con le altre ma meno stringente in alcune richieste (come, ad esempio, l’età) – si è riempita così di genitori e figli, fratelli e sorelle, amici e amiche di breve e lunga data, volontari, cuochi e autisti, frati e suore che sanno aprire le braccia e venire pienamente incontro. Ognuno pronto a sorreggere, guidare, ascoltare ricordando la propria fragilità e piccolezza, dove si ha la possibilità di aiutare, lasciarsi aiutare, ascoltare e lasciarsi interrogare. Non sempre tutto è facile, ma anche questo è pellegrinaggio, siamo pienamente popolo di Dio in cammino.

L’arrivo è decisamente memorabile, scuote ciascuno di noi nel profondo. So che in quel momento è lì che sono chiamata, amata e voluta. Chiamati, amati, voluti, ciascuno dei miei compagni e compagne. Intorno tanti altri come noi, con altre storie e da altre strade, ci accolgono festanti, così come saremo noi per gli ultimi nuovi arrivi. Dall’altro capo della piazza tuona solenne e gioiosa la voce di un frate che ci rivolge alcuni versi dalle Lodi scritte dal santo:

«Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Iddio, ogni bene, sommo bene, tutto il bene, che solo sei buono, fa’ che noi ti rendiamo ogni lode, ogni gloria, ogni grazia, ogni onore, ogni benedizione e tutti i beni. Amen».

Da quel momento chi può nel gruppo si inchina e bacia la terra di Assisi. Il segno è così forte che non possiamo certo lasciar che alcuni di noi ne vengano privati. Qualcuno ha l’intuizione di raccogliere un pezzo già staccato del selciato e avvicinarlo alle labbra di chi non riesce a inginocchiarsi.

Una volta rialzati procediamo mano nella mano, qualcuno sulla sedia a ruote, cantando con il cuore colmo di gioia, immersi nella mitica vasca (così viene chiamata la grande piazza difronte la basilica di Santa Maria degli Angeli) e raggiungiamo la Porziuncola. La sosta concessa per ringraziare del perdono ricevuto non è lunga quanto il tempo dedicato ad abbracciarsi appena fuori. Un sigillo di fraternità per quella riconciliazione che il Padre vuole per ciascuno di noi e tra noi stessi. Momenti che ci fanno gustare il Regno qui e ora.

Ci aveva avvisati proprio bene Federico Azzaro – che insieme a Flavia è praticamente un veterano della Piccola Marcia, con la sua sedia a ruote e i due amici che lo accompagnano, indispensabile evocatore di domande di senso durante le nostre pause di riflessione – quando ci aveva detto «Apriamo le telecamere del cuore! Potremo vedere Gesù negli occhi di chi avremo accanto». OL

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.169

 

Qui e ora ultima modifica: 2025-05-14T11:36:08+00:00 da Cristina Tersigni

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