Il mio personale ricordo di Papa Francesco è in uno dei tanti doni che mi ha lasciato Pippi (Emanuela), frammenti di quella luce con cui sapeva «contagiare» tutto ciò che la circondava. Era il 2015, il giorno del Giubileo dedicato alle persone con disabilità. Io e Marina accompagnavamo Pippi, quando le Guardie Svizzere ci separarono dal resto della comunità per farci posizionare tra le prime file. Non avevamo idea che da lì a poco avremmo incontrato il Papa! Quando arrivò, Francesco per prima cosa ebbe la premura di far rimettere a Pippi il cappellino per proteggerla dal sole, e pensare che noi lo avevamo tolto per farle ricevere la benedizione! Poi, sempre con grande naturalezza, ci domandò il nome di Pippi e se una di noi fosse la mamma. Sorrise quando rispondemmo che eravamo solo tre amiche.Ci benedisse tutte e ci salutò con una dolcezza che scaldava il cuore. Fu un incontro semplice. Il tono era quello di un qualunque sacerdote che incontra un suo parrocchiano la domenica al termine della messa. In fondo lui era semplicemente il Papa.

Daniela Costantini


 

Uno sguardo, un contatto, presenza che si fa tenerezza… La trepidazione di raccontare a Grazia che il Papa si era proprio fermato a salutare Pippi (Emanuela), allora davvero i piccoli sono i primi in questa piazza San Pietro trasfigurata per noi in un piccolo pezzo di cielo

Marina Fattori


 

Voglio ricordare Papa Francesco quando ha scritto il messaggio alle persone con disabilità: mi aveva colpito la presenza della parola amicizia. Tante volte. Ero contenta che il Papa avesse scritto che io sono importante per la Chiesa, che c’è bisogno di me. Certo per la mia situazione ho bisogno di tante cose, ma anche io ho il mio compito come discepola di Gesù. So che tanti nella Chiesa ci considerano degli angeli… ma io so di avere le mie pecche, come tutti. Essere considerata un angelo mi rende quasi non umana. E io voglio essere riconosciuta come essere umano. Mi conforta che il papa abbia riconosciuto che le cose, per noi persone con disabilità e per le nostre famiglie, non sono per niente facili. E che con la pandemia sono state ancora più difficili. Da quel giorno la vita è cambiata grazie a lui, che mi ha fatto capire che stare al fianco di chi è fragile è una ricchezza.

Antonietta Pantone


 

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.170

 

Dialogo Aperto – per Papa Francesco ultima modifica: 2025-05-21T09:42:09+00:00 da Redazione

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