Un ruolo importante in vista del pellegrinaggio lo giocò Jérôme Lejeune, il genetista noto per aver individuato la causa della sindrome di Down nella trisomia del 21° cromosoma. Fu lui a fugare i timori degli organizzatori «su possibili ripercussioni nefaste del pellegrinaggio sullo psichismo dei giovani disabili» e a contribuire, con la sua notorietà, a dare eco all’iniziativa. Come racconta Marie-Hélène Mathieu in Mai più soli (Jaca Book 2012), vista la presenza di così tante persone fragili in un solo luogo, c’erano molte preoccupazioni sulla gestione della loro salute. Decisivo fu anche l’apporto del dottor Préaut, medico psichiatra dell’Arca che aveva constatato i benefici dei giochi di Special Olympics per i partecipanti con disabilità mentale e per chi li accompagnava: il pellegrinaggio poteva dare la possibilità di superare i pregiudizi e di ritrovarsi finalmente in comunione.

Insieme a Marie-Odile Réthoré, nota medica specializzata nello sviluppo dei bambini trisomici, Lejeune (proclamato servo di Dio dalla Chiesa cattolica nel gennaio 2021) insistè per includere nel programma dei giorni del pellegrinaggio il convegno di medici e educatori Le ripercussioni psicologiche del rifiuto e dell’accoglienza per l’handicappato mentale. Nella conferenza stampa del 4 giugno 1970, i giornalisti incuriositi gli chiesero delucidazioni sull’iniziativa. Definendola «una scuola di speranza» di cui sarebbe stato lieto di «vedere i frutti», il genetista spiegò «fino a che punto la segregazione possa disarticolare una personalità e come l’amore possa, al contrario, ricostruirla». In effetti, racconta sempre Mathieu, durante la conferenza da lui presieduta, dalla variegata assemblea di educatori e medici emerse la positiva impressione sull’atmosfera del pellegrinaggio: era la dimostrazione concreta di come la qualità dell’accoglienza si riflettesse sulle persone con handicap. E su chi era loro accanto.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 156, 2021

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SOMMARIO

Editoriale
Stupiti e grati di Cristina Tersigni

Focus: Alle radici di cinquant'anni di storia
Come non perdere quanto abbiamo vissuto? di Marie-Hélène Mathieu
Jerome Lejeune di Cristina Tersigni
Loïc che oggi continua a benedirci di Angela Grassi
Le caramelle e la forza di suor Ida Maria Ferri di Cristina Tersigni
Ci siamo svegliati di Enzo Ferrazzoli
È nato qualcosa che nessuno aveva previsto di Vito Giannulo

Intervista
Poco a sud dell'Equatore di Cristina Tersigni

Testimonianza
Le donne e gli uomini della seconda fila di Giovanni Intini

Associazioni
Dai tram notturni alle luci del palco di Silvia Camisasca

Spettacoli
Quel che non si guarda ma non si vede di Enrica Riera

Dialogo aperto

Libri
Noi due siamo uno di Matteo Spicuglia
Speranza di Gianni Rodari
Basaglia, il dottore dei matti di Andrea Laprovitera e Armando Miron Polacco
Il mistero del London Eye di Siobhan Dowd

Diari
Stavolta ho tifato per la Primavera dell'Empoli di Benedetta Mattei
L'oro che sta per terra di Giovanni Grossi

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Jerome Lejeune ultima modifica: 2022-03-23T08:17:22+00:00 da Cristina Tersigni

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