«Rimango a fissarmi nello specchio di papà per forse venti minuti. Non capisco. A me sembra di essere carina. Perché gli altri non vedono ciò che vedo io?» si chiede la tredicenne Maleeka, protagonista di The Skin I’m In. Il colore della mia pelle di Sharon G. Flake (traduzione di Maria Bastanzetti, Giunti 2021). Già, perché? Che poi, cosa vediamo noi quando guardiamo?
Qualche giorno fa, mia madre mi ha dato il ritaglio da una rivista che aveva messo in serbo per me: era la pubblicità di un marchio di moda con una modella con la sindrome di Down. Io, per strada, avevo incrociato quell’invito agli acquisti, ma non avevo notato il cromosoma in più di una delle giovani ritratte: avevo visto troppo, o troppo poco? Sono un’osservatrice distratta o ho dato prova di una ricca nozione di normalità?
Su Twitter, Melissa Blake, giornalista e modella statunitense il cui aspetto è determinato da una rara malattia genetica (la sindrome di Freeman-Sheldon), posta ogni giorno un autoscatto rivendicando così il suo diritto a essere com’è, e a essere guardata per com’è. Lei che, tra le altre aggressioni subite, è stata oggetto di un’iniziativa feroce su TikTok: i genitori di alcuni bambini hanno filmato le reazioni dei loro figli davanti a foto di persone con disabilità presentate loro come i nuovi maestri di scuola.
«Guardami, questa/questo sono io» è il tema del nostro focus. «Guardami, questa/questo sono io» è la frase che la persona con disabilità dice innanzitutto a se stessa (Laura Coccia); è ciò che la persona fragile suggerisce di fare, non solo verbalizzandolo, a chi le è più vicino, come un genitore o una sorella (Giorgia Fontani); è l’invito che, dopo aver iniziato il suo viaggio nel mondo, il fotografo Christian Tasso si è sentito rivolgere dai suoi modelli dall’Africa all’Europa, dalle Americhe all’Asia (Enrica Riera); è, infine, il diritto che viene negato quando la disabilità viene cancellata, quando le si impedisce di disturbare il nostro sguardo (Vittore Mariani). Gli articoli di questo focus sono solo un piccolo spunto, un sassolino… Inneschiamo la valanga? Testimoniamo che è possibile guardare davvero le persone che vediamo?
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 154, 2021
SOMMARIO
Editoriale
Nove punti di Cristina Tersigni
Focus: Guardami, questa/questo sono io
Inneschiamo la valanga? di Giulia Galeotti
Cosa c'è sotto gli aggettivi di Laura Coccia
Con gli occhi di Corrado di Giorgia Fontani
Chi mettere al centro dell'obiettivo? di Enrica Riera
Eliminarli dalla nostra vista di Vittore Mariani
Intervista
Far vivere il luogo (e le persone) di cui si è custodi di Cristina Tersigni
Dall'archivio
Quel vecchio signore che non conosciamo di Marie Hélène Mathieu
Testimonianza
Mio figlio, che non voleva vedermi piangere di Grazia Maria Romanini
Associazioni
Quante cose possono nascere intorno a un libro di Cristina Tersigni
Fede e Luce
Piccole cronache dalla Lunigiana dalla Provincia di Kimata
Spettacoli
Incapace di reinventarsi di Claudio Cinus
Arriva Pablo, che vede il mondo a modo suo di Matteo Cinti
Libri
Maneggiare con cura di Marco Bove
Una specie di scintilla di Elle McNicoll
E poi saremo salvi di Alessandra Carati
Quello che non uccide di David Lagercrantz
Diari
Padel, una parola che non si capisce di Benedetta Mattei
Tornando a casa di Giovanni Grossi
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