Inaugurata in occasione dell’undicesimo congresso mondiale di psichiatria tenutosi ad Amburgo nel 1999, tre anni dopo la mostra itinerante In Memoriam Aktion T4. Lo sterminio nazista delle persone con disabilità è arrivata a Roma, alla Casa della memoria e della storia. Avvalendosi delle ricerche condotte da Michael von Cranach, direttore dell’Istituto psichiatrico di Kaufbeuren fino al 2007, l’esposizione aveva un esplicito intento divulgativo: far conoscere al grande pubblico vicende ancora troppo ignorate. Sterminio di persone con disabilità, eutanasia di bambini, morti per fame, esperimenti su esseri umani (impressionante il carteggio tra il dottor Hensel e il dottor Valentin Faltihauser sui bimbi-cavia), lavoratori forzati ricoverati in psichiatria: attraverso documenti, testimonianze e fotografie, i 33 pannelli della mostra ripercorrevano l’operazione T4 condotta tra il 1939 e il 1945, dando spazio anche alla voce delle famiglie delle vittime. Prelevate con la scusa di curarle o consegnate spontaneamente in buona fede dalle famiglie, le vittime scomparivano: a casa veniva recapitato un certificato che attestava la morte per “cause naturali” e, contemporaneamente, comunicava l’avvenuta cremazione onde impedire il propagarsi di epidemie. Semplicemente strazianti le lettere disperate scritte alle autorità da madri, mogli e sorelle che supplicavano notizie dei loro cari. In Memoriam Aktion T4 copriva anche il dopo dell’operazione, in particolare il processo di Norimberga contro i medici nazisti che ne furono i materiali responsabili. Tra l’altro, molti di costoro si difesero sostenendo non solo di aver eseguito gli ordini, ma rivendicando l’intrinseca bontà di quanto fatto. È il caso del già citato dottor Faltihauser che – nel tentativo di ridimensionare le proprie responsabilità – accusò la Chiesa cattolica con parole che rivelano la profondità del messaggio cristiano. «È chiaro che la Chiesa cattolica possa non essere d’accordo con l’eutanasia. Personalmente però ritengo che questa posizione non sia veramente umanitaria. La Chiesa (…) predica la pietà, ma in questo caso si rivela crudele poiché, secondo una valutazione puramente emotiva, richiede il perpetuarsi di una penosa sofferenza senza fine». In Memoriam, dunque: ricordare per non dimenticare, e per fare tesoro anche alla luce delle vicende di oggi. Come si leggeva nel primo pannello della mostra, infatti, «affrontare seriamente gli avvenimenti del passato ci può aiutare a trovare un orientamento, dei punti di riferimento, in un mondo in cui un’etica utilitaristica, le convenzioni bioetiche, la tecnologia genetica e le discussioni sull’eutanasia costituiscono delle costanti sfide alla nostra posizione».

Speciale Aktion T4

Lo sterminio delle persone con disabilità

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