Le prime volte che passeggiavo con Valentina tra i banchi affollati durante la messa, mi ero resa conto che, in giro per la chiesa, non tutte le zone avevano lo stesso interesse per lei. Valentina è una ragazzina di 11 anni con i tratti principeschi di una delle donne dipinte da Modigliani. Ama molto la musica e il mare; non parla e non riesce ad usare le mani se non per alcuni movimenti stereotipati, ma cammina abbastanza volentieri ed è un gran bene perché con la sua patologia non è inconsueto che divenga difficile camminare. Le è stata diagnosticata la sindrome di Rett, che colpisce in particolar modo le bambine e si manifesta intorno al primo anno di vita, portando via i progressi raggiunti fino a quel momento.

Valentina - Modigliani

Dunque Valentina, soprattutto quando mancano da un po’ i canti durante la messa, comincia ad aver voglia di alzarsi e girare: con il suo sguardo leggero non sembra posare l’attenzione su qualcosa in particolare. Per capire cosa le interessa si può porre una domanda con possibilità di risposta sì e no associati alla mano destra e sinistra: Valentina riesce a far capire cosa vuole poggiando la mano o più spesso fermando lo sguardo su una delle due possibilità. Con lo stesso sistema utilizza anche le immagini in CAA, soprattutto a scuola. Non è tanto facile farla fermare se non c’è qualcosa di interessante come la musica.

Così scopro che due sono i posti preferiti di Valentina in chiesa: comprensibilmente, davanti alle chitarre che suonano e, forse meno comprensibilmente, di fronte alla bella icona della Madonna con Gesù Bambino. Là davanti, il suo sguardo si mantiene orizzontale, seria o sorridente che sia, e si capisce che sta osservando con attenzione. La mamma Elisabetta – che spiega e capisce praticamente ogni cosa del comportamento di Valentina – mi racconta allora «quanto Vale sia attratta dalle opere d’arte, soprattutto dai dipinti». Che qualche tempo fa è stata con lei ai Musei Vaticani e che hanno potuto fermarsi a lungo alla Sistina, senza la fretta di dover andare oltre troppo velocemente. Valentina ha passato circa mezz’ora con la testa – stavolta volutamente – rivolta in su a contemplare la volta michelangiolesca. Probabilmente ci sarebbe rimasta ancora. Michelangelo l’ha rapita. E lei ha dimostrato chiaramente di averci preso gusto: ha ricambiato con il suo sguardo.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 151, 2020

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SOMMARIO

Editoriale
Nutrire talenti di Cristina Tersigni

Focus: Viaggio nell'arte
Il linguaggio dell’arte di Marta de Rino ed Eleonora Secchi
Metti da parte la fretta di Gianni Verni
Ferma lo sguardo di Cristina Tersigni
Estemporanea e personale di Giorgiana Tinazzo
Buongustaio dell’arte di Cristina Tersigni

Intervista
Il diritto a un libro vero di Giulia Galeotti

Testimonianze
Forse una ragione c'è di Stefano Nasuti

Dall'archivio
Un pomeriggio chiamato laboratorio di Francesca Polcaro

Associazioni
Museo per tutti di Cristina Tersigni

Fede e Luce
Noi, non io di Serena Sillitto

Spettacoli
Accarezzando insieme l'erba di Enrica Riera

Rubriche
Dialogo Aperto n. 151
Vita Fede e Luce n. 151

Libri
Il cuore è una selva di Novita Amadei
Il chiosco di Anete Melece
Malintesi di Bertrand Leclair
Un'esperienza personale di Kenzaburo Oe

Diari
Caro presidente Sergio Mattarella di Benedetta Mattei
Natura e musica di Giovanni Grossi

Ferma lo sguardo ultima modifica: 2020-10-07T00:42:13+00:00 da Cristina Tersigni

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