Gian Antonio Stella ricostruisce in questo saggio divulgativo le vicende di molte persone più o meno note, i loro drammi e i loro grandi doni; il cui rapporto con il mondo è stato determinato da disabilità fisiche congenite, acquisite, disabilità mentali, malattie invalidanti… e altro. Non è certamente il primo autore ad affrontare la questione storica della disabilità ma, grazie alle numerose e interessanti citazioni, Stella tesse legami significativi e coinvolgenti, tra situazioni accadute in luoghi e tempi assai distanti tra loro. Dal preistorico Romito 8 (il nome identifica il luogo del ritrovamento nel Parco del Pollino e i suoi resti fossili descrivono un uomo reso invalido da una grave caduta ma sostenuto dalla sua comunità e parte attiva di essa) a quella di Jeffrey Hudson – anche detto Lord Minimus – meraviglia del ‘600 per le sue proporzioni minute; o quella del condottiero vichingo danese Ivarr Senz’ossa (probabilmente nato senza gli arti inferiori) ripresa anche da una nota serie televisiva. Delle vite di artisti e poeti, come Frida Kahlo, Henri de Toulouse-Lautrec e Giacomo Leopardi. Più recentemente, delle opposte vicende di Rosemary Kennedy e di Anne De Gaulle, e ancora di molti altri. Si parla di disabilità in un’accezione molto larga, fin troppo a volte. In effetti il titolo fa riferimento al rapporto di ciascuno con il “diverso”: Stella dichiara fin dall’inizio che “la parola conta e non conta. Sono i fatti che pesano. E per capirli davvero occorre andare avanti e indietro nella storia”. Così ci presenta esperienze molto diverse e capaci di farci riflettere sul modo di vedere, spiegare, “trattare” la disabilità – la diversità – da parte dei non disabili. Il libro accompagna le vicende personali al percorso del pensiero filosofico e scientifico attraverso i secoli, nella illusoria ricerca di perfezionare l’uomo e scartare ciò che perfetto non appariva.
Ma nessuna situazione sembra paragonabile, per il numero di coinvolti in un periodo relativamente breve, a quella avvenuta neanche ottant’anni fa nello sterminio di migliaia di innocenti nella Germania nazista. Si trattava del programma denominato Action T4, prima orientato alla sterilizzazione, poi alla completa eliminazione di quanti considerati un carico inutile per la società. Eliminazione realizzata, fino a pochi mesi prima della fine della seconda guerra mondiale, semplicemente lasciando morir di fame quelli che apparivano “inadatti”. Il libro dedica i due capitoli centrali agli eventi e alle persone che lo hanno giustificato, immaginato, realizzato… ma anche a quei rari coraggiosi che hanno trovato la forza di opporsi e dichiararlo apertamente. Colpiscono le lettere del solerte burocrate, il comportamento del mediocre medico ambizioso o di quello intellettuale e senz’anima, la cieca scrupolosità dell’infermiera… singoli tasselli che, insieme a tanti altri, hanno appoggiato, condiviso e messo in pratica le follie purificatorie della razza di Hitler. Contrapposte invece alle coraggiose omelie del vescovo Clemens Von Galen o alle parole di sfida, nella rinuncia all’incarico “ripugnante”, del medico Friedrich Holzel o alle dimissioni del pretore Lothar Kreyssig per incompatibilità con il necessario bene che vedeva indifferibile al suo mandato.
Ma colpisce anche dover riconoscere che la tentazione eugenetica parte da molto lontano e non si può legare esclusivamente alle funeste scelte naziste. Stella ripercorre la storia del pensiero eugenetico e, volendo escludere Platone e Aristotele, dovendo tener conto del contesto in cui nascono e si muovono le idee, emerge che il pensiero eugenetico alla base dell’Action T4 ha avuto illustri precursori e ammiratori fuori dalla Germania nazista. Se infatti nell’antichità si ricorreva a miti e punizioni divine per giustificare l’eliminazione degli imperfetti, nella più recente modernità hanno prevalso congetture fatalmente razionali o biecamente scientifiche, in vari tempi e paesi (da Cesare Lombroso a Peter Singer; dall’Inghilterra, agli Stati Uniti, al Giappone, ai Paesi Scandinavi…). Purtroppo l’impressione è che alcune dinamiche psicologiche non siano affatto cambiate con la modernità e le conquiste della scienza. Neanche la visione cristiana ha saputo far loro argine, nonostante i chiari insegnamenti e le eloquenti opere di Gesù. In vari momenti della storia questa ricerca dell’uomo senza difetti, che Stella descrive come un “fiume carsico”, ha continuato a scavare i suoi passaggi nelle profondità del pensiero, dell’animo e del vivere sociale, emergendo a tratti mascherato da progresso, utilitarismo e tanto altro.
Un libro da leggere perché ciascuno di noi si senta parte decisiva nella battaglia evocata nel sottotitolo. I volti che incontriamo leggendo sono quelli che hanno avuto, in qualche modo, l’opportunità di restare legati alla storia: siano il modo di non dimenticare tutti quelli che invece ne sono stati letteralmente “rimossi”.
Acquista questo libro in uno dei siti del circuito Helpfreely.
Se sei iscritto, una percentuale del tuo acquisto verrà donata a Fede e Luce. (Scopri di più)
Ecco dove puoi trovarlo:
Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n. 150, 2020
SOMMARIO
Editoriale
E sono 150! di Cristina Tersigni
Focus: Piccolo e grande schermo
La varietà in cui viviamo di Giulia Galeotti
Interpreti di se stessi di Giulia Galeotti
Give Me Liberty di Claudio Cinus
Years and Years di Matteo Cinti
Quando ha recitato sottovento di Daniele Cogliandro
Due fratelli e la brigata inglese di Giulia Galeotti
...e per approfindire, c'è il nostro speciale Cinema e disabilità.
Intervista
Corrispondenze (e zoomate) dalla Russia di Cristina Tersigni
Testimonianze
Una piccola malga di Lucina Spaccia
Dall'archivio
Abitare la speranza di Mariangela Bertolini
Associazioni
Risposte concrete per bisogni concreti di Enrica Riera
Fede e Luce
Vicini a distanza di Angela Grassi
Spettacoli
La sfida di rileggere le scene del cinema di Matteo Cinti
Rubriche
Dialogo Aperto n. 150
Vita Fede e Luce n. 150
Libri
Il dono oscuro di John M. Hull
I bambini sono speranza di Papa Francesco
Diversi di Gian Antonio Stella
Tempo di imparare di Valeria Parrella
Diari
La differenza tra Shakespeare e Insinna di Benedetta Mattei
Come sono cambiato in questi anni di Giovanni Grossi