Avviso: inchieste promosse dall’Arca internazionale hanno accertato gravi responsabilità di padre Thomas Philippe (la prima nel 2015) e di Jean Vanier (2020) nei confronti di diverse donne. Qui il comunicato più recente che condanna senza riserve queste azioni «in totale contraddizione con i valori che Vanier sosteneva» e con «i principi fondamentali delle nostre comunità».

Lettera di Jean n.126

il grande ostacolo è sempre la rappresentazione e non la realtà. Ci facciamo carico della realtà con tutta la sofferenza. Ce la carichiamo sulle spalle
Etty Hillesum dice che “il grande ostacolo è sempre la rappresentazione e non la realtà. Ci facciamo carico della realtà con tutta la sofferenza. Ce la carichiamo sulle spalle.
Ma la rappresentazione della sofferenza – che non è la sofferenza, perché questa è feconda e può rendervi la vita preziosa – bisogna stroncarla.
Spezzando queste rappresentazioni, liberiamo in noi stessi la vita reale con tutte le sue potenzialità e diventiamo capaci di sopportare la sofferenza nella nostra vita personale e in quella dell’umanità”.

A febbraio, qui a Trosly, ho incontrato il Consiglio di Amministrazione e l’Equipe di coordinamento internazionale composta dai Vice-coordinatori di Fede e Luce. E’ stato bello stare con loro, ascoltarli e, attraverso loro, raggiungere ogni piccola comunità di Fede e Luce nel mondo, soprattutto quelle sole e in difficoltà.

Sono felice di essere a Trosly, per ascoltare ogni persona che viene ad incontrarmi. Perché ognuno è una presenza di Dio, un dono che voglio accogliere e per cui voglio dire grazie.

Mi piace consumare i pasti nel mio foyer, “le Val Fleuri”; essere lì con ciascuno è una grande gioia per me, perché ciascuno è così bello!
Papa Francesco, l’ho visto, sì, l’ho visto! ho passato un po’ di tempo, solo con lui, nel suo ufficio.

E’ così bello, è silenzioso, dolce e allegro. Ci siamo guardati negli occhi con la mia mano nella sua. Non so di che cosa abbiamo parlato. Non importa, ci siamo incontrati. E’ così umile che Dio sembra passare attraverso di lui. Questo è importante, incontrare, stare alla sua presenza e ringraziare della presenza di Dio.

Ogni tanto lascio il mio deserto di Trosly. Ho parlato a tutti i Vescovi di Francia riuniti a Lourdes. Ho voluto innanzitutto dire loro “grazie”, perché ciascuno di questi uomini ha un grosso carico, portato con tanto coraggio e fede. Sono un segno della presenza di Gesù. Ho condiviso con loro tutto ciò che ho scoperto, anno dopo anno, durante i 50 anni vissuti all’Arca e anche in Fede e Luce; come sono stato trasformato a poco a poco attraverso l’esperienza vissuta con le persone disabili.

Dietro alla mia vita, dietro a tutto ciò che ho fatto e che non ho fatto, a tutto ciò che nella creazione è nascosto e tutto ciò che è visibile, dietro a tutto questo, dietro gli uccelli, i fiori, la luna e la terra, c’è questo Dio così umile, così bello e talmente nascosto che alcuni pensano non esista. Non riescono a sentire la Sua presenza nella vita, nell’evoluzione della vita e in quella dell’umanità, nei deboli e nella debolezza. E’ fermandosi nel silenzio che si può cogliere la Sua presenza, poiché Dio parla nel silenzio. La sua parola è così bella, così luminosa, bisogna essere in silenzio per sentirla.

Siamo nel tempo di Pasqua, un passaggio, un momento di trasformazione; dalla sofferenza e dalla perdita scaturisce una nuova vita, la Risurrezione, una rinascita, nostra speranza. Grazie a Gesù che mi insegna ad amare ogni persona indipendentemente dalla sua religione, dalla sua fede e visione della vita.

Nel mio piccolo deserto qui a Trosly porto nel mio cuore tutte le nostre comunità dell’Arca e di Fede e Luce sparsi nel mondo. Mi sento in comunione con ognuna perché l’Arca compie 50 anni. Questa grande imbarcazione che naviga sulle acque, così ben guidata dal soffio dello Spirito, da Patrick ed Eileen e da tutti coloro che operano in questa grande barca, che intravede un orizzonte lontano di pace dove ogni essere umano, i forti e i deboli, sono uniti mano nella mano, e celebrano la vita.

A volte mi sento stanco, le mie gambe, la mia testa le sento pesanti e fatico a trovare le parole. Ma sono felice e dimoro nel silenzio, in profondità, là dove siamo in comunione gli uni con gli altri.
Mi sento così povero davanti alla guerra in Siria e alla morte di padre Frans che ha ispirato l’Arca a Damasco e che è stato assassinato recentemente a Homs. C’è una pericolosa crisi in Ucraina, ci sono i muri attorno ad Israele, i muri attorno alla Palestina, i muri attorno ai cuori.

Dio ha sete di unità, desidera profondamente radunare tutti i figli di Dio dispersi, desidera far cadere i muri che separano gli esseri umani per far rinascere la vita. Dio piange per le divisioni, vuole che celebriamo l’unità e che operiamo per l’unità in umiltà e povertà. Questo Dio è così nascosto dietro a tutti i rumori e gli stress delle nostre società. E’ lì, aspetta, aspetta un incontro, mi aspetta, aspetta ognuno di noi. Preghiamo insieme per il nostro mondo che grida il suo dolore.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.126

Lettera di Jean n.126 ultima modifica: 2014-06-29T09:40:35+00:00 da Jean Vanier

Jean Vanier
Dottore in filosofia, scrittore, leader morale e spirituale e fondatore di due importanti organizzazioni internazionali basate sulla comunità, "L'Arca" e "Fede e Luce", dedicate alle persone con disabilità, soprattutto mentale. Inchieste promosse dall’Arca internazionale hanno accertato gravi responsabilità di padre Thomas Philippe (la prima nel 2015) e di Jean Vanier (2020) nei confronti di diverse donne. Qui il comunicato più recente che condanna senza riserve queste azioni «in totale contraddizione con i valori che Vanier sosteneva» e con «i principi fondamentali delle nostre comunità».

Leggi tutti gli articoli di Jean Vanier

Ogni mese inviamo una newsletter

Ci trovi storie, spunti e riflessioni per provare a cambiare il modo di vedere e vivere la disabilità.

Se prima vuoi farti un'idea qui trovi l'archivio di quelle passate.

Ti sei iscritto. Grazie e a presto... anzi alla prossima newsletter ;) Se ti va, quando la ricevi, facci sapere che ne pensi. Ci farebbe molto piacere.