Davide, un bambino ricoverato dopo un grave incidente stradale e il Dott. Bozzi, antipatico e burbero genio della neurochirurgia sono i protagonisti di questo romanzo di Giovanna Zucca, un’infermiera al suo debutto come scrittrice. Il piccolo Davide, anche se in coma, riesce a sentire tutto ciò che accade intorno a lui, ma non potendo vedere, si fida solo delle persone che hanno le mani calde. Ed è proprio questa caratteristica a spingerlo ad instaurare uno speciale rapporto con l’antipatico Bozzi, figura asociale oggetto dei pettegolezzi del reparto.

Un romanzo che parla di fiducia e di fede, di scienza e religione, con uno stile moderno ma non molto lineare. Di pagina in pagina siamo catapultati nei pensieri di uno dei protagonisti: sia esso il dottore o Davide, i suoi genitori o qualcuno del personale ospedaliero.

Talvolta invece è un narratore esterno a parlare, senza seguire uno schema preciso. Una storia che si legge velocemente e con piacere, regalandoci diverse riflessioni sul valore delle apparenze e della fiducia nel prossimo.

M.C., 2012

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.119

Mani calde – Recensione ultima modifica: 2012-09-16T10:56:09+00:00 da Redazione

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