Il mio piccolo fratellone si chiama Daniele ed è affetto da una forma di autismo che si è manifestata più o meno a partire dai tre anni di età. Daniele è un ragazzo estremamente sensibile, dolce, attento a tutti ed a tutto quello che gli accade intorno, pur nell’apparente distrazione dietro cui si protegge. Daniele ama i colori, ama scrivere, disegnare, mangiare dolci e gelati e giocare con le parole. Ma la sua vera passione, ed ossessione, è il tempo, i giorni della settimana, lo studio del calendario che è sempre stato il suo gioco preferito (perché sa che lì vince sempre!). Il trascorrere del tempo se, da un lato, gli dà certezza e sicurezza costitutisce anche la sua più grande ansia quotidiana perché non gli basta sapere quello che farà oggi, ma deve poter programmare quello che farà domani, dopo domani e “dopo domani ancora”. Ma questo credo che sia comune anche a molti di noi, solo che lui lo dà a vedere senza troppe remore.

Il suo mondo, sin da quando ero piccola, mi ha sempre affascinato: così complesso e impercettibile, da un lato, così semplice, spontaneo, privo di barriere e inutili costruzioni – che a volte ci creiamo – dall’altro. Ricordo che quando vivevo a casa e tornavo stanca dalla solita frenetica routine quotidiana, lo trovavo nella sua stanza chino sul suo foglio a disegnare come se nulla lo toccasse e questo mi trasmetteva un immenso senso di pace e tranquillità. In quel momento mi fermavo anch’io a riflettere e mi chiedevo se avesse un senso quell’affanno quotidiano. Poi tutto ricominciava ed era giusto così.

Daniele, nella sua innocenza e tenerezza, è come un eterno bambino ed a me, da sorella maggiore, viene da trattarlo sempre come tale… vorrei proteggerlo da tutto e da tutte le persone che non sento vicine e questo, in realtà, è forse un mio limite. Ora che sto per diventare mamma chissà se sarò così apprensiva anche con mio figlio e come cambierà e crescerà il rapporto con mio fratello. La verità è che anche a lui, nonostante in questo periodo manifesti un forte bisogno di indipendenza, piace essere sempre coccolato ed al centro dell’attenzione di mamma, papà e sorelle; spero che riusciremo a fargli capire che queste “nuove vite” non cambieranno l’amore che proviamo nei suoi confronti e forse saranno anche per lui un’occasione per crescere e scoprire la gioia di essere zio.
Daniele è questo ed è molte altre cose, è sempre una nuova gioia e scoperta perché il suo essere speciale è un dono e una ricchezza ogni giorno.

di Maria Paola Tosti

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Ora che sto per diventare mamma ultima modifica: 2009-03-08T11:09:13+00:00 da Redazione

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